mercoledì 16 dicembre 2015

l'Afganistan oggi, sembra INCREDIBILE ma 50 anni fa era completamente diversa

l'Afganistan oggi, sembra INCREDIBILE ma 50 anni fa era completamente diversa

L'Afganistan al giorno d'oggi la conosciamo tutti, un paese che lotta con la fame, guerra, morte, la totale assenza di diritti per il sesso femminile. E' uno dei paesi più poveri al mondo e ormai da anni patria del terrorismo islamico. QUesto paese nella sua storia non è sempre stato così. Neanche molti anni fa, nel periodo che va dal 1940 al 1970 le cose erano profondamente diverse. La testimonianza sono la quantità incredibile di fotografie documentano che l'età dell'oro è passata anche per loro. C'era un tempo in cui regnava la democrazia, il rispetto per le minoranze, per le donne. Un paese fondato sull'istruzione e l'armonia tra le etnie. Venivano costruiti edifici moderni, ma cosa più importante, le donne non erano trattate come oggetti, potevano guidare, acoltare musica, studiare e non avevano niente che le coprisse il volto. Ma nel 1979 qualcosa cambiò, il paese venne invaso dall'ex Unione Sovietica, da li in poi guerre e leggi estremiste travolsero il paese in un declino lungo fino ai giorni nostri. Nel video l'Afganistan che non immaginavate fosse mai esistita.

L’Opec non taglia la produzione petrolifera, il greggio cala

L’Opec non taglia la produzione petrolifera, il greggio cala
Dopo la Bce delude anche l'Opec che rinuncia a porre un tetto alla produzione giornaliera di petrolio, attualmente sui 31,5 milioni di barili al giorno. Immediato il calo del prezzo del greggio con nuove pressioni deflazionistiche per l'Europa ma anche qualche vantaggio per la ripresa italiana...



Che si preparasse una riunione tutt’altro che semplice a Vienna lo si era capito dalle dichiarazioni giunte ancora prima che si aprisse ufficialmente la riunione dell’Opec da Riad e Teheran. Arabia Saudita e Iran, paesi divisi su tutto a partire dalla rivalità geopolitica nata sin dai tempi della rivoluzione iraniana e che ha portato, da ultimo, i due contendenti su opposte barricate nel conflitto in corso in Siria (l’Iran sciita combatte l’Isis per sostenere il regime “amico” di Assad, l’Arabia sunnita spalleggia l’Isis per il motivo opposto), si sono trovate di comune accordo nel sostenere la necessità di non tagliare la produzione neppure di un barile al giorno.

Riad vuole infatti colpire i produttori di shale oil americani (ma certo non è dispiaciuta del peso che la sua mossa pone all’economia russa, visto che Mosca è a sua volta alleato storico di Assad) ed è disposta, visto che il suo petrolio viene estratto ad un costo che è una frazione di quello della maggior parte dei suoi concorrenti. Teheran d’altra parte non intende rinunciare a far ritornare la propria produzione ai livelli pre-sanzioni, ossia almeno un milione di barili al giorno, e si prepara a tornare a esportare dal prossimo anno. Così la riunione è finita senza la fissazione di un tetto ufficiale e dunque la conferma che ogni paese potrà fare come meglio crede.

Il che sostanzialmente comporta il mantenimento (se non l’incremento) dell’attuale produzione di 31,5 milioni di barili al giorno. Inevitabilmente il prezzo del greggio è tornato a scendere sui 40 dollari al barile. Questo da una parte porta un ulteriore sostegno ad econome come quella italiana fortemente importatrici di petrolio e gas e dunque molto sensibili al costo dell’energia e del carburante per trasporti, dall’altra crea una potente spirale deflazionistica che rischia di vanificare almeno in parte gli sforzi fatti dalla Bce di Mario Draghi per far ripartire l’inflazione. Cerchiamo di chiarire meglio e valutare con maggiore precisione quanto valgano questi due effetti.


Uno studio di Natixis aveva già mostrato lo scorso giugno come il peso dell’energia in Italia fosse pari al 10% del Pil (il dato si mantiene pressoché costante dal 2012) e come alla fine del primo trimestre di quest’anno il calo dei prezzi del greggio, da 53 a 47 dollari al barile (con un minimo di 43 dollari), riducendo l’inflazione, avesse consentito una crescita dei redditi reali equivalenti ad uno 0,8% annuo di Pil e di altrettanto del risparmio reale, mentre il calo dell’euro (legato al quantitative easing della Bce) si era “rimangiato” il 55% di tale effetto, peraltro consentendo l’incremento dell’1,2% annuo dell’export italiano, sempre in termini di punti di Pil.

Visto che nel frattempo non sono mutate le condizioni strutturali né in Italia né in Europa, è prevedibile che un petrolio che si mantenesse sugli attuali livelli o poco oltre (40-42 dollari al barile) possa avere un ulteriore impatto di analoga entità da un lato come detto sostenendo la ripresa che si trova ad affrontare da qualche tempo le incognite legate al rallentamento dei mercati emergenti, Cina in testa, e le tensioni nate a seguito degli attentati terroristici di Parigi (su cui anche Mario Draghi, ieri, ha rinunciato ad esprimersi ammettendo di non saperne al momento valutare i potenziali contraccolpi macroeconomici), dall’altro prolungherà la fase di crescita dei prezzi vicina a zero almeno in una parte di Eurolandia.

Il risultato potrebbe essere che le stime di inflazione appena riviste ieri dalla Bce potrebbero essere sovrastimate per il 2016 e forse non solo: il quantitative easing dovrà essere rivisto ulteriormente nei prossimi mesi? Non è da escludere e questo spiegherebbe perché Draghi sembri essersi voluto lasciare qualche cartuccia ancora da sparare, considerando anche che i componenti vicini al blocco tedesco della Bce non saranno certo stati entusiasti di rilassare ulteriormente una politica monetaria che hai loro occhi crea già più problemi (ad esempio ai fondi pensione, che letteralmente non sanno più dove investire la liquidità per ottenere decenti ritorni a lungo termine) di quanti non ne risolva (visto che l’accesso al credito non è certamente un problema per le banche e le aziende del Nord Europa).

Insomma: dopo la Bce ha deluso anche l’Opec e a questo punto non resta che vedere cosa deciderà di fare Janet Yellen la prossima settimana. Per la verità come hanno confermato anche oggi i dati del mercato del lavoro statunitense (211 mila ulteriori nuovi occupati creati il mese scorso, contro attese attorno a 200 mila) la Yellen non ha molte opzioni di fronte. Deve aumentare i tassi ufficiali anche solo di uno 0,25% per non perdere di credibilità, evitare di rimanere “dietro la curva” e, semmai, crearsi a sua volta un minimo di margine di manovra ove mai nei mesi a seguire il dollaro dovesse rivelarsi troppo forte per la ripresa Usa da un lato e per l’inflazione europea dall’altra (dato che, essendo espresse in dollaro, le quotazioni del petrolio e della principali materie prime di solito si muovono in direzione opposta a quella del biglietto verde).

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L'ENERGIA VERDE CHE ALLE LOBBY NON PIACE



I giapponesi, si sa, sono famosi per le loro creazioni di fantasia; neanche tanto fantasiose in realtà, visto che concernono spesso robot giganti che distruggono la terra, o mostri giganti che distruggono la terra, o ancora demoni e battaglie spaziali che distruggono la terra … Ok! Sembrerebbe che su quell’isola non abbiano troppo a cuore le sorti del pianeta.
Invece a smentire i più diffidenti è un ingegnere, tale Ankinori Ito, che pare abbia inventato un macchina in grado di convertire quello che forse è il rifiuto più pericoloso che l’uomo abbia mai inventato, la plastica, in carburante, risolvendo così non uno, bensì due, problemi molto attuali, quali smaltimento plastica ed approvvigionamento energetico, e conducendoci verso un mondo più pulito, anche se di poco.
Allora perché, anche se la notizia non è nuovissima, tv e giornali non ne parlano? Inutile scadere nei soliti cliché complottasti, tipo le lobby del petrolio non lo permetterebbero mai, o il mercato energetico rappresenta un giro di soldi tanto colossale che è impossibile intromettersi, e banalità simili.

Coldiretti: Italia invasa da olio di oliva tunisino

Coldiretti: Italia invasa da olio di oliva tunisino


BARI. L'Italia è invasa da olio di oliva tunisino con le importazioni dal Paese africano che sono aumentate del 734% nel 2015, pari ad otto volte le quantità rispetto allo scorso anno. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi, presentata oggi in occasione della Giornata nazionale dell'extravergine italiano.
Quest'anno si sono registrati sbarchi record di olio dalla Tunisia che diventa il terzo fornitore dopo la Spagna, che perde terreno anche a favore della Grecia, con l'aumento del 517% delle spedizioni elleniche verso l'Italia nello stesso periodo. "Il risultato è che nel 2015 - precisa la Coldiretti - l'Italia si conferma il principale importatore mondiale di olio di oliva nonostante l'andamento positivo della produzione nazionale".
Una situazione che rischia, secondo la Coldiretti, di peggiorare ulteriormente dopo il via libera annunciato dalla Commissione Europea all'aumento del contingente di importazione agevolato di olio d'oliva dal paese africano verso l'Unione europea fino al 2017, aggiungendo ben 35mila tonnellate all'anno alle attuali circa 57mila tonnellate senza dazio già previsti dall'accordo di associazione Ue-Tunisia.
Il rischio concreto - sostiene la confederazione agricola - è il moltiplicarsi di vere e proprie frodi come sembrano dimostrare le recenti indagini aperte dalla Magistratura e dall'Antitrust ma anche di inganni, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali. Sotto accusa la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicare per legge l'origine in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009.

Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è però quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere - sottolinea la Coldiretti - le scritte "miscele di oli di oliva comunitari", "miscele di oli di oliva non comunitari" o "miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari" obbligatorie per legge nelle etichette dell'olio di oliva

giovedì 3 dicembre 2015

Questa casa costa davvero poco e viene costruita solamente in 4 giorni, fantastica!

Questa casa costa davvero poco e viene costruita solamente in 4 giorni, fantastica!



Questa casa ha un costo davvero irrisorio, solamente 37.000€ ed viene realizzata in soli 4 giorni. Economica ed innovativa, può essere smontata e spostata ovunque a proprio piacimento. Che ne dite di questa nuova invenzione? I materiali utilizzati sono molto semplici e grazie all’inventiva di questo studio la casa ha un costo così irrisorio perché viene costruita con materiali riciclati. Dal legno alla schiuma di grafite tutta la casa è costruita per fornire calore e protezione per un progetto straordinario. Ecco cosa è venuto fuori alla fine del progetto, una casa davvero all’avanguardia. Un progetto degno di nota, che potrebbe essere molto utile in futuro per delle case economicamente e ecologicamente sostenibili.

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La testimonianza dell’autista di Salah Abdeslam: “Mi disse sono bruciato, cambierò faccia”

La testimonianza dell’autista di Salah Abdeslam: “Mi disse sono bruciato, cambierò faccia”



Uno degli uomini arrestati in Belgio con l'accusa di aver facilitato la fuga dell'attentatore di Parigi: "Non sapevo cosa avesse fatto, ho fatto solo un piacere ad un amico"
"Il mio nome è ovunque e ormai sono bruciato, cambierò faccia, dimenticatemi", così si sarebbe espresso Salah Abdeslam, uno dei terroristi degli attentati di Parigi del 13 novembre ora ricercato in tutto il mondo, parlando con un amico incontrato in Belgio e che gli ha fatto da autista. Secondo quanto rivela il quotidiano francese Le Monde, è quanto avrebbe rivelato agli inquirenti belgi un 31enne francese di origini marocchine e residente in Belgio, arrestato con l'accusa di essere stato uno degli uomini che ha facilitato al fuga di Salah Abdeslam dopo gli attentati parigini. Sempre secondo il quotidiano che riporta le carte dell'interrogatorio, il 31enne, di nome Ali, arrestato il 22 novembre durante una vasta operazione antiterrorismo in Belgio, in un primo momento avrebbe regato ogni addebito ma subito dopo avrebbe raccontato tutto parlando di questa conversazione.

L'uomo ha raccontato di aver ricevuto una telefonata dal suo amico Hamza Attou e di essere andato a prenderlo con la propria auto trovando anche Salah dopo la loro notte di viaggio da Parigi a Bruxelles. Insieme a loro si sarebbe recato in un bar a prendere un caffè. Durante la conversazione al bar Alì dice di aver chiesto a Salah se avevano a che fare con i fatti di Parigi e di aver ottenuto la confessione del terrorista ricercato. Ali ha riferito di aver chiesto perché avessero chiamato lui e Salah gli avrebbe risposto che era perché lui era un amico di suo fratello Brahim Abdeslam, che si è fatto esplodere davanti ad un bar a Parigi. Alì infine ha spiegato di aver riaccompagnato Salah in un'altra strada senza sapere più nulla di lui. L'uomo dunque sottolinea il suo suolo di semplice tassista, fatto come un "favore ad un amico" senza sapere cosa avesse fatto, ma la polizia per il momento lo ritiene non attendibile e lo ha incriminato per terrorismo.

Pensioni: nessuna rivalutazione nel 2016

Pensioni: nessuna rivalutazione nel 2016



Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato la percentuale di perequazione delle pensioni erogate dal 1 gennaio 2016: è pari allo 0,00%. Nessun rivalutazione, nessun aumento delle pensioni è ora previsto dal 2016. Anzi i pensionati dovranno restituire lo 0,1% già incassato nel 2015. Vediamo perché.
Le pensioni erogate dall'Inps dal 1 gennaio 2016 non saranno rivalutate. Per l'anno prossimo non ci sarà nessun aumento dell'importo pensionistico per effetto della consueta perequazione delle pensioni. Per la prima volta dopo 20 anni, non ci sarà nessuna rivalutazione delle pensioni.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha infatti pubblicato il Decreto 19 novembre 2015, in Gazzetta Ufficiale del 1 dicembre 2015, con il quale ha comunicato che la percentuale provvisoria di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni è pari allo 0,00%. Ciò significa che le pensioni erogata da gennaio a dicembre 2016 saranno sostanzialmente di importo identico a quelle del 2015. Nessun aumento automatico legato all'aumento del costo della vita.
Il Ministero ha quindi stimato nello 0,00% la variazione positiva degli ultimi 3 mesi dell'anno, calcolata sui primi 9 mesi del 2015. La percentuale è provvisoria e quindi potrebbe subire modifiche. Va considerato che negli ultimi 20 anni si è passati da una perequazione del 5,4% del 1995 fino a scendere allo 0,00% dal 2016.
Proprio per la mancata perequazione ci sarà una conseguenza negativa per i pensionati: dovranno restituire lo 0,1% in più incassato nel 2015. E ciò scatenerà non poche polemiche.

La rivalutazione delle pensioni, dall'altro lato, arriverà con gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2015 per coloro che hanno una pensione superiore a 3 volte il trattamento minimo. Ma anche in questo caso l'importo effettivamente erogato è ridotto rispetto a quello realmente spettante.

La Cassazione: articolo 18 e licenziamenti anche nel pubblico impiego 2 DICEMBRE 2015

La Cassazione: articolo 18 e licenziamenti anche nel pubblico impiego


Licenziamenti e le tutele crescenti modificata da uno dei decreti Jobs Act, si applica anche nel pubblico impiego. Lo dice la Cassazione in una recente sentenza, dove chiarisce però che l’origine dell’applicazione è in una norma del 2001. Vediamo quali sono gli effetti.

L’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori si applica anche per i licenziamenti nel pubblico impiego. La Cassazione con una sentenza ha quindi confermato che si applica anche agli statali il nuovo articolo 18, la normativa sui licenziamenti, come modificato dai Decreti del Jobs Act.

Ciò significa che i dipendenti pubblici, se licenziati, hanno diritto al reintegro nel posto di lavoro solo in casi eccezionali (se il licenziamento viene considerato discriminatorio o in alcuni casi di licenziamenti disciplinari). E che quindi l’amministrazione pubblica dalla quale dipendono può sostanzialmente licenziare per giustificato motivo o per giusta causa.

Ebbene, in questi mesi, il Governo Renzi ha più volte rassicurato i dipendenti pubblici sulla circostanza che il Decreto Legislativo n. 23 del marzo 2015 in materia di tutele crescenti e nuovo articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori si applicasse solo nel settore privato.

La Cassazione in recente sentenza (qui il testo integrale) spiega però l’applicazione dello Statuto dei Lavoratori, Legge n. 300 del 1970, e del relativo articolo 18 sui licenziamenti, ai dipendenti pubblici, ha origine diverse dal Jobs Act. In sostanza non è dall’emanazione dei decreti del Jobs Act che l’art. 18 si applica ai dipendenti pubblici.


Si legge nella sentenza che il “tenore equivocabile dell’art. 51 del Decreto Legislativo n. 151 del 2001 prevede l’applicazione anche al pubblico impiego cosiddetto contrattualizzato della legge n. 300 del 1970 e successive modificazioni e integrazioni”. Pertanto la Cassazione collega l’applicazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori già ad una norma del 2001.

Articolo 51 – Disciplina del rapporto di lavoro, comma 2: La legge 20 maggio 1970, n.300, e successive modificazioni ed integrazioni, si applica alle pubbliche amministrazioni a prescindere dal numero dei dipendenti.

Infatti, si legge nella sentenza: “Dunque, è innegabile che il nuovo testo dell’art. 18 dell’art. 18 legge 300/70, come novellato dall’art. 1 della legge 92/2012 (Riforma Fornero), trovi applicazione ratione temporis al licenziamento per cui è processo e ciò a prescindere dalle iniziativa normative di armonizzazione previste dalla cosiddetta Legge Fornero”.

In sostanza l’applicazione dell’articolo 18 ai dipendenti pubblici era già prevista da tempo. Non solo, la Cassazione ci tiene a ribadire che non contano tutti gli sforzi del Governo per modificare la tutela sui licenziamenti escludendo dall’applicazione i dipendenti pubblici.

E’ da precisare che la Cassazione fa riferimento ai dipendenti pubblici contrattualizzati, quindi tutti i dipendenti statali e locali, ma esclusi i professori, i magistrati ed i militari.

Nel Jobs Act va detto, manca un esplicita esclusione dei dipendenti pubblici dalla disciplina dei licenziamenti. Il Ministro Madia continua a sostenere che l’articolo 18 non si applica al pubblico impiego, ma ciò è smentito dalla giurisprudenza. Lo stesso Ministro della Pubblica amministrazione promette però che nel testo unico sul pubblico impiego ci sarà un chiarimento esplicito riguardo all’applicazione delle tutele crescenti ai dipendenti pubblici.

E su questo punto sorge un altro problema che riguarda la parità di trattamento dei lavoratori del settore privato e del settore pubblico. Si potrebbero infatti creare dei profili anticostituzionali laddove una norma crei una discriminazione tra lavoratori pubblici e privati, con l’intervento della Corte Costituzionale.

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martedì 1 dicembre 2015

Tassa sul telefonino: i nuovi prezzi confermano che la paghiamo noi

Tassa sul telefonino: i nuovi prezzi confermano che la paghiamo noi

Oltre 5 euro per uno smartphone, 9 per una chiavetta e fino 20 per un hard disk. L’equo compenso, un sovrapprezzo su svariati dispositivi tecnologici a favore della Siae, grava sul consumatore: i nuovi prezzi dei dispositivi Apple e Samsung lo confermano. Firma perchè venga bloccata.
Grava sui consumatori la "tassa sul telefonino", prevista da un decreto del ministro per i Beni e le Attività Culturali Franceschini. Si tratta del sovrapprezzo su svariati dispositivi tecnologici (vedi tabella qui sotto), destinato ad arricchire di fatto solo le casse della Siae. Si tratta di una vera e propria tassa su smartphone e tablet che passano entrambi a 4 euro, e che andrà ad appesantire la spesa dei consumatori italiani per dispositivi e strumenti tecnologici per oltre 100 milioni di euro all'anno. Forti delle molte firme raccolte alla nostra petizione, ricorreremo al Tar e chiediamo al Governo di fare marcia indietro. Sostienici in questa battaglia e firma la nostra petizione.

Quanto ci costa: i primi effetti
La prima prova provata ci arriva direttamente dalla Apple. Se si prova a fare un giro sul sito dell’azienda di Cupertino e ad acquistare un iPhone, ci si trova dinanzi agli occhi i prezzi ritoccati all'insù:
La differenza è minima, si tratta solo di pochi euro, ma si notano tutti. L’iPhone 5s 16 GB è passato da 729 euro, quello da 32 GB da 839 a 843,76 e quello da 64 GB da 949 a 954,25. Non va meglio nemmeno con gli altri prodotti, come iPad e MacBook Air, dunque si può ufficialmente dire che Apple ha alzato i prezzi di molti dei suoi prodotti proprio in conseguenza delle nuove tariffe dell’equo compenso. Infatti, sullo store online, andando avanti con la procedura d’acquisto di un iMac, ad esempio, all’ultima pagina compare la dicitura “Include tassa su copyright di € 4,00”. Anche Samsung, dal canto suo, si sta preparando a un prossimo aumento dei prezzi dei prodotti. I rincari riguarderanno diversi prodotti di fascia alta e bassa: smartphone e hard disk, ma anche tablet e tv.
Ovviamente gli aumenti saranno generalizzati e noi di Altroconsumo terremo sotto controllo costante anche i prezzi delle altre marche, invitando i lettori a segnalarci anomalie e riscontri in questo senso. Un discorso un po’ diverso va fatto però per altri brand, per i quali sussiste una variabilità di prezzo, dovuta a offerte e promozioni, che può arrivare anche al 100%. Dunque, in questi casi, la componente attribuibile all’aumento dell’equo compenso potrebbe essere bilanciata da ribassi continui ed essere meno visibile, ma comunque a carico del consumatore. Ciò significa che l’ulteriore effetto collaterale di questa imposizione sarà quello di ridurre anche le diminuzioni dei prezzi di cui, in sua assenza, i consumatori al contrario beneficerebbero.
Ecco di quanto aumenteranno i dispositivi
In questa tabella puoi vedere gli aumenti che sono previsti sui principali dispositivi o supporti di registrazione. Si tratta di aumenti che, nonostante il Ministero sostenga il contrario, ricadranno inevitabilemente sul consumatore finale, esattamente come è accaduto per i passati adeguamenti dell'equo compenso.

Dispositivo
Aumento
Smartphone e tablet
da 3 € (quelli da 8GB) a 5,20 € (quelli da 32GB)
Tv con funzione di registrazione
4,00 €
Computer
5,20 €
Telefonini non spamrtphone
0,50 €
Hard disk
0,01 € per ogni GB (fino a un massimo di 20 €)
Schede di memoria
0,09 € per ogni GB (fino a un massimo di 5 €)
Chiavette usb
0,10 € per ogni GB (fino a un massimo di 9 €)
Di cosa si tratta?
L’equo compenso non è altro che il risarcimento alla Siae (Società italiana autori ed editori) per i mancati introiti derivanti dalle copie private di canzoni, film e tutto ciò che rientra nella fascia di prodotti coperti da diritto d’autore. Il motivo principale sta nelle migliaia di copie private, in genere conservate nelle memorie di massa (hard disk, chiavette, cd vergini…) che girano in tutti i dispositivi in grado di immagazzinare dati. Da qui l’idea di tassare proprio questi dispositivi mentre il nome “equo compenso” deriva dal fatto che si tratta di soldi che la Siae dovrebbe ridistribuire ad autori ed editori, ma che in realtà vanno soprattutto agli artisti più noti e importanti mentre gli altri prendono poco o nulla.
Perché pagare due volte?
Il meccanismo dell’equo compenso è sostanzialmente ingiusto: i consumatori che acquistano musica e film legalmente da piattaforme online, pagano infatti già a monte i diritti d'autore per poterne fruire (e fare copie) su un certo numero di supporti: non ha alcun senso quindi far pagare una tassa anche su questi ultimi e di fatto costringere l'utente a pagare due volte. Inoltre, il precedente ministro Bray, anche grazie alle prime 10 mila firme della nostra petizione, aveva commissionato un’indagine ad hoc sulle abitudini dei consumatori per verificare se davvero le copie private di opere musicali e cinematografiche fossero cresciute negli ultimi tre anni tanto da legittimare addirittura un aumento di ben 5 volte l’equo compenso, come ha preteso la Siae. Questa indagine, resa pubblica, ha dimostrato che solo il 13% dei consumatori fa effettivamente copie private e di questi solo 1 terzo usa smartphone e tablet per archiviarle, per cui, se proprio deve essere aggiornato, l’equo compenso va sensibilmente ridotto.
fonte: http://www.altroconsumo.it/hi-tech/cellulari/news/equo-compenso-firma-la-petizione

Tra Kylie Jenner e Tyga ci si mette la trans Mia Isabella

Tra Kylie Jenner e Tyga ci si mette la trans Mia Isabella, lui avrebbe perso la testa
La pornostar trans Mia Isabella continua a destabilizzare il rapporto tra Tyga e Kylie Jenner confermando di essere andata a letto con il rapper. Lui smentisce e la Jenner conferma in tv di stare ancora con lui.

27 NOVEMBRE 2015



Chi non perderebbe la testa per un fondoschiena come quello nella foto a destra? Forme bombastiche ed attraenti, ma sono quelle di Mia Isabella, pornostar del genere "transexual". Proprio la transgender avrebbe fatto invaghire Tyga che con lei ci sarebbe stato a letto, tradendo Kylie Jenner, la più piccola delle sorelle della dinastia Jenner-Kardashian. Il rapper si è difeso in tutti i modi nei giorni scorsi, allontanando paparazzi e comunicando attraverso social e portavoce che le parole di Mia Isabella sono deliri di una povera pazza, ma intanto lei continua a provocare con dichiarazioni a distanza. Del resto Mia Isabella si è inserita anche nello scandalo che ha coinvolto Charlie Sheen: anche lei sarebbe andata a letto con l'attore risultato positivo all'HIV nel 2011.

Intanto Kylie Jenner e Tyga non sarebbero ai ferri corti, almeno è quanto si è evinto dopo l'intervista-ospitata che la "piccola" ha fatto da Ellen DeGeneres. La frizzante conduttrice ovviamente non ha potuto fare a meno di porre alcune domande sulla sua relazione con il rapper, ma Kylie ha risposto in maniera molto disinvolta:


Siamo stati migliori amici prima di stare insieme. Penso questo, è bello che abbiamo questo tipo di rapporto e sì, ci frequentiamo, la viviamo giorno dopo giorno, stiamo ancora insieme. Ecco.

Una dichiarazione che vale più di mille parole, nonostante la possibilità che Tyga possa essere andato a letto con una transgender che non fa nulla per tenere nascosto il segreto del "vizietto" del rapper. Tyga, intanto, continua a difendersi: "Solo chiacchiere", ma Mia Isabella continua a provocare con dichiarazioni velenose atte a destabilizzare l'ambiente. Il rapper Tyga è davvero andato a letto con lei? Ha davvero tradito Kylie Jenner con una pornostar del genere transessuale? Dove sta la verità?

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Fidanzatini killer ad Ancona, anche il padre della 16enne è morto, ULTIMA ORA

Fidanzatini killer ad Ancona, anche il padre della 16enne è morto
Lo scorso 7 novembre Antonio Tagliata, 18 anni, aveva ucciso la moglie di Fabio Giacconi e mandato quest'ultimo in coma. Stamattina il decesso del 49enne all'ospedale di Torrette. La coppia era contraria al fidanzamento della ragazzina.

 1 DICEMBRE 2015

Dopo circa 20 giorni di agonia, alle ore 11,30 di oggi, all’ospedale di Torrette ad Ancona, è deceduto Fabio Giacconi, il papà della sedicenne accusata insieme al suo fidanzato diciottenne Antonio Tagliata di aver sparato ai genitori nel primo pomeriggio del 7 novembre. Il giovane aveva fatto irruzione nella casa assieme alla ragazza, minorenne, facendo fuoco contro entrambi genitori di lei. La madre, Roberta Pierini, era morta sul colpo. Giacconi, 49 anni, era stato ricoverato in condizioni gravissime. Un coma irreversibile dal quale non si è mai più ripreso. Questa mattina, la morte in ospedale.

I fidanzatini killer

Tagliata e la sua fidanzatina si sono più volte palleggiati la colpa dell'aggressione (definita "un'esecuzione" per il gip Antonella Marrone). Ora sono entrambi indagati per omicidio. I carabinieri li avevano fermato insieme alla ragazza nella stazione di Falconara marittima. Il 18enne aveva confessato subito le sue responsabilità in quello che oggi è diventato duplice omicidio. "Volevo solo un chiarimento con i genitori della mia ragazza, ma il padre ha avuto un atteggiamento aggressivo, sprezzante, offensivo" si era poi difeso il giovane. Il movente, si sarebbe poi scoperto, starebbe nella storia d'amore tra i due giovani avversata da entrambi i genitori di lei. Ora entrambi cadavere.

L'omicidio di Ancona
La prima vittima, Roberta Pierini, coetanea del marita, lavorava come impiegata. Fabio Giacconi, era sottufficiale dell’Aeronautica militare di stanza a Loreto. I coniugi sono stati raggiunti da diversi colpi di pistola, una calibro 9X21 "comprata per 450 euro da un albanese" aveva detto Tagliata. La donna sarebbe stata ferita ad un fianco e a un braccio, e finita con un colpo alla testa. L'uomo colpito mentre tentava la fuga dal balcone di casa. "Quando Antonio ha sparato sono rimasta impietrita: non doveva finire così. Eravamo andati dai miei per un chiarimento…. Dopo ho seguito Antonio perché avevo paura" erano state le parole della 16enne, che poi, in lacrime, aveva chiesto al magistrato: "Come sta papà?".

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Parigi, al via la conferenza sul clima Cop21. Hollande: “Il mondo ci guarda”

Parigi, al via la conferenza sul clima Cop21. Hollande: “Il mondo ci guarda”
Migliaia di giovani ieri hanno manifestato ieri contro la conferenza delle Nazioni Unite sul clima: scontri con la polizia e 174 arresti.


UPDATE ore 12.20 – La conferenza Cop21 ha avuto inizio con il segretario generale dell'Onu che ha chiesto di osservare un minuto di silenzio in onore delle vittime della strage di Parigi. E' stata quindi la volta di Hollande, che ha parlato di "un'immensa speranza che non abbiamo il diritto di deludere. È una sfida che non dobbiamo perdere perché si tratta di un miliardo di essere umani che ci guarda". I cambiamenti climatici e il surriscaldamento del pianeta, "crea conflitti, crea più migrazioni delle guerre. Dobbiamo intervenire in nome della giustizia climatica. Quello che è in gioco in questa conferenza è la pace perché rischiamo una guerra per l'accesso all'acqua. Il mondo non ha mai affrontato una sfida così grande come quella sul futuro del pianeta, della vita. Qui non bastano le dichiarazioni di intenti, noi a Parigi siamo a un punto di rottura e di partenza per una trasformazione mondiale", ha proseguito il capo dell'Eliseo. "Abbiamo l'oppportunità di creare uno sviluppo con le energie rinnovabili, il trasporto pulito e la biodiversità. Dobbiamo costruire un modello basato sulla cooperazione, in cui sia più conveniente preservare che distruggere".

Saranno dodici giorni determinanti per riscrivere le regole e arginare il cambiamento climatico provocato dall'inquinamento umano, un fenomeno tra l'altro strettamente legato agli imponenti flussi migratori con cui i paesi europei hanno avuto a che fare negli ultimi mesi. La ventunesima conferenza delle Nazioni Unite sul clima, chiamata Cop21, ha preso ieri il via ufficiale da Parigi ma solo oggi avranno inizio i dibattiti e negoziati per cercare di limitare le emissioni di gas serra ed altri agenti inquinanti, conciliando questa esigenza ormai impellente con le legittime spinte allo sviluppo e alla crescita soprattutto da parte dei colossi dell'economia. I potenti della terra discuteranno fino all'11 dicembre con l'obiettivo di raggiungere un accordo vincolante, ed è per questo che – a differenza della conferenza di Copenaghen – stavolta i capi di stato e di governo apriranno i dibattiti e porteranno fin da subito contributi alla discussione.

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Clienti narcotizzati con latte di mandorla e rapinati da massaggiatrice hot: arrestata

Clienti narcotizzati con latte di mandorla e rapinati da massaggiatrice hot: arrestata

La massaggiatrice offriva ai suoi clienti un delizioso latte di mandorla miscelato con un potente psicofarmaco. Terminata la prestazione sessuale, però, gli uomini si mettevano alla guida e causavano incidenti stradali.


E' successo a Gravina di Catania dove una donna di 54 anni è stata accusata di rapina aggravata plurima e arrestata in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Catania. Una storia che ha dell'incredibile: le indagini, infatti, cominciano a seguito di due incidenti stradali sospetti. Due uomini, infatti, in due momenti differenti, denunciano i loro sinistri stradali; ma qualcosa non convince i carabinieri che collegano i due fatti e scoprono che entrambe le vittime, prima dell'incidente, si sarebbero recate presso un'abitazione per "avvalersi delle prestazioni di una sedicente massaggiatrice".

Latte di mandorla miscelato al benzodiazepine
La donna, secondo quanto riferiscono i Carabinieri, avrebbe accolto i suoi clienti offrendo un bicchiere di latte di mandorla che, però, sarebbe stato miscelato con un potente psicofarmaco il quale avrebbe subito causato uno stato di semi-incoscienza. Terminate le prestazioni sessuali – che secondo i militari venivano retribuite con 50 euro – e approfittando dello stato di amnesia indotto dal farmaco, la donna ne avrebbe approfittato per rubare tutto il denaro contenuto all'interno dei portafogli dei suoi clienti. Oltre il danno, anche la beffa. 

Prestazioni sessuali a 50 euro
I clienti, terminato il "massaggio", in evidente stato confusionale, si mettevano alla guida delle proprie autovetture, ignari di aver ingerito benzodiazepine. Così si sarebbero determinati gli incidenti stradali, poi denunciati alle forze dell'ordine. Gli inquirenti, poi, hanno identificato l'autrice, perquisito l'abitazione e sequestrato il latte di mandorla utilizzato per narcotizzare i clienti scoprendo che risultava contaminato. Gli elementi finora raccolti dai Carabinieri, farebbero ritenere che possano esserci stati altri casi simili, finora non emersi a causa della ritrosia delle vittime a dichiarare il loro coinvolgimento negli incontri "clandestini" con la donna.

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sabato 28 novembre 2015

Mistero alle Iene, il servizio su Renzi mai andato in onda: di cosa parlava


Mistero alle Iene, il servizio su Renzi mai andato in onda: di cosa parlava
Un servizio delle Iene su Italia1 già pronto per la messa in onda è stato fermato a poche ore dall'inizio della puntata del 23 novembre. Il lavoro riguardava la vicenda degli scontrini di Matteo Renzi nel periodo in cui è stato presidente e poi sindaco di Firenze. Firmato da Dino Giarrusso, sul servizio credevano anche gli autori del programma, visto che era stato annunciato in pompa magna sulla pagina Facebook: "Anteprima del servizio 'Gli scontrini di Renzi #escili' di Iena Dino - Dino Giarrusso in onda questa sera #LeIene". E invece è arrivato il dietrofront improvviso e i dubbi sul web sono cresciuti di giorno in giorno.
I sospetti - La notizia della mancata messa in onda è stata data dallo stesso Giarrusso sulla sua pagina Facebook: "Ragazzi, non andrò in onda - Purtroppo capita. Mi auguro capiate che dispiace a me persino più che a voi. Vi abbraccio e vi do appuntamento alla prossima settimana". Giarrusso non si sbilancia sui motivi che hanno fatto saltare il suo servizio dalla scaletta, terreno sul quale si cimenta Giuseppe Cruciani durante la puntata della Zanzara, su Radio24, il giorno dopo: "Perché ieri sera non è andato in onda il servizio di Dino Giarrusso sugli scontrini di Renzi quando era sindaco e presidente della Provincia? Sul profilo Facebook del programma era uscita persino un'anteprima di trenta secondi - ha detto Cruciani - si annunciavano nuove rivelazioni imbarazzanti per il premier. E il pezzo era regolarmente in scaletta. Cosa è successo? - chiede ancora Cruciani che lancia il suo sospetto - È intervenuta una manina dall'alto o l'ufficio legale di Mediaset ha bloccato tutto per fare ulteriori verifiche? Nel servizio - ricorda il conduttore della Zanzara - si parlava di una cena familiare di Renzi al ristorante da Lino interamente rimborsata dalla Provincia, con tanto di fattura".
Archiviazione - Il servizio di Giarrusso era stato concluso pochi giorni prima la decisione della Corte dei conti della Toscana che il 25 novembre ha archiviato l'inchiesta che riguardava Renzi sulle spese sostenute tra il 2009 e il 2014 da sindaco di Firenze. Nonostante da più parti fossero arrivate al premier le richieste per mostrare pubblicamente quegli scontrini, solo i giudici contabili toscani hanno potuto visionarli e valutare che non ci sono state spese al di fuori degli scopi istituzionali. Le polemiche sono esplose quando i consiglieri comunale di opposizione a Palazzo Vecchio avevano fatto richiesta di accesso agli atti per ottenere copia degli scontrini, mai concessa.
Mistero - Tornato a lavoro, stavolta in Francia, Giarrusso è tornato tre giorni dopo sull'argomento provando a chiarire il meccanismo che decide cosa va e non va in onda nel programma. Ma al di là della spiegazione sulla struttura gerarchica che regola qualsiasi azienda editoriale, non dice il vero motivo per il quale il servizio non sia più andato in onda.
Giarrusso si era già occupato dell'argomento degli scontrini di Renzi e del Comune di Firenze in un servizio andato in onda il 29 ottobre scorso. Già in quel servizio emergeva come i consiglieri comunali di opposizione non avessero mai ricevuto risposta dagli uffici comunali sulla trasparenza delle spese, nonostante l'attuale sindaco fiorentino Nardella, un po' scocciato, negasse la situazione.

"Isis? L'Italia ha altri impegni". Renzi volta le spalle a Hollande

"Isis? L'Italia ha altri impegni". Renzi volta le spalle a Hollande

L'Italia non affiancherà la Francia nei raid contro l'Isis. Il ministro Pinotti: "Non possiamo impegnarci, manca la definizione degli obiettivi militari"



Tutto come previsto. Il governo si chiama fuori dalla zuffa. Matteo Renzi non darà man forte alla coalizione anti Isis nel bombardare, con raid aerei mirati, i territori dello Stato islamico in Siria.






Lo aveva già messo in chiaro dopo il faccia a faccia con il presidente francese Francois Hollande, lo ha ribadito Roberta Pinotti in una intervista a Qn"L'Italia non interverrà inSiria e in nessun tavolo si è mai parlato di estendere la nostra missione in quel territorio mette in chiaro il ministro della Difes - è una posizione chiara, condivisa fra l’altro anche dal governo precedente".
Mentre la Francia omaggia le vittime degli attentati di Parigi, Renzi volta le spalle a Hollande e chiama l'Italia fuori dalla guerra ai tagliagole dello Stato islamico. Non sarà, infatti, preso alcun impegno per combattere la follia islamista dell'Isis. "Dove non c’è chiarezza di percorso politico che indichi una definizione degli obiettivi militari - spiega la Pinotti - non ci può essere nessun impegno dell’Italia nelle operazioni militari, ma solo diplomatico". Quelle del ministro della Difesa suonano, in realtà come scuse belle e buone per non scendere in prima linea contro lo Stato islamico. La Pinotti ricorda, infatti, che "come numero di uomini impiegati in molte aree di crisi siamo i primi in Europa: in Iraq abbiamo già circa 600 uomini sul terreno che diventeranno 750 con il nuovo decreto missioni". E ancora:"In Kuwait, oltre ai 270 militari dislocati, il nostro impegno si concretizza con l’impiego di quattro tornado che stanno facendo attività di ricognizione: questo è l’assetto che abbiamo deciso e che abbiamo discusso anche in Parlamento". E per la Pinotti questo esimerebbe l'Italia dal prendere parte dai raid contro gli uomini di Abu Bakr al Baghdadi.
Anche rispetto alle tensioni tra la Russia e la Turchia, Roma non riesce a prendere una posizione netta e a condannare il premier Recep Tayyip Erdoğan. Il ministro della Dufesa si limita infatti a rimarcare che "senza una coalizione coesa non riusciremo mai a fermare il terrorismo". E rispetto a "un fenomeno subdolo come il terrorismo anche una cabina di regia comune sarebbe importante". La Pinotti ricorda poi l’impegno della Difesa "con 6.000 militari nelle principali città italiane a tutela dei cittadini, solo a Roma sono 2.200" e con"l'operazione mare sicuro""I pericoli possono venire anche via mare", ma sarebbe un errore grave "confondere i profughi coi terroristi". Ma non una parola per condannare i comportamenti ambigui di Ankara.

Sapevate da dove provengono i prodotti che comprate al LIDL?




lidl

Biscotti
I biscotti Realforno Lidl sono prodotti da Balocco
I Savoiardi Lidl sono prodotti da Vicenzi
Gli amaretti Realforno lidl sono prodotti da Vicenzi
I Cantuccini del marchio di qualità Italiamo (quando presenti in promozione) sono prodotti da Sapori
I Frollini economici BoJoy sono prodotti da Unibread (Reggio Emilia) nello stabilimento di Pierantonio (PG) …ex IDU/IDP PISELLI
I frollini dorati di Dolfi e Colombini sono prodotti dalla Colussi nello stabilimento di Petrignano d’Assisi(PG)
I biscotti Petit Realforno Lidl sono prodotti dalla Colussi nello stabilimento di Petrignano d’Assisi (PG).
Merendine

I croissant alla crema Nastrecce Lidl sono prodotti da FBF Gruppo Bauli
I Plumcake allo yogurt Nastrecce sono prodotti da MisterDay (Gruppo Vicenzi),nello stabilimento di Nusco (AV).
Le Ciambelle di pasta margherita Nastrecce sono prodotte da MisterDay (Gruppo Vicenzi),nello stabilimento di Nusco (AV).
I panini al latte Nastrecce sono prodotti nello stabilimento dei panini al latte Morato.
I croissant al cacao nastrecce sono prodotte da FBF gruppo Motta -Bauli nello stabilimento di s. Martino Buonalbergo (VR).
Fette biscottate

Le fette biscottate a marchio Certossa sono prodotte da Buitoni
Prodotti solubili

Il The al limone e alla pesca sono prodotti nello stesso stabilimento della Ristora
Riso

Il riso Carosio Lidl è prodotto da Curti
Il riso Robigna (sacchetto da 2 kg) é prodotto da Scotti
Pasta

La pasta fresca Nonna mia é prodotta da Armando De Angelis
La pasta Combino in sacchetto è attualmente prodotto da Pastificio La molisana, Campobasso
– Le penne e gli spaghetti della pasta Combino sono prodotte anche da Pasta Zara.
Olio

Primadonna= Bertolli/Carapelli
Aceto

Aceto di vino bianco WINAROM è prodotto in Italia da Acetificio Mengazzoli SNC – Levata di Curtatone MN
Condimenti

Cipolle borretane sott’olio, marca Baresa. Prodotte in via c. Battisti 1059, Monsummano Terme. Corrisponde allo stabilimento dei Fratelli Polli
Pesto alla genovese marca Baresa, prodotte a Monsummano Terme da Fratelli Polli
Crema di zucca marca DeLuxe. Prodotte in Vicolo F. Baracca 1, San Martino di Lupari (PD). Corrisponde allo stabilimento Simens.
Patè di olive taggiasche marca DeLuxe. Prodotte in Via Molini 1, Diano San Pietro (MI). Corrisponde allo stabilimento Frantoio Venturino.
Battuto di olive leccino marca DeLuxe. Prodotte in C.da Saude, Reino (BN). Corrisponde allo stabilimento La Reinese s.r.l.
Sale

Il sale fino/grosso Chante Sel è prodotto in Italia da ATISALE S.p.A. Margherita di Savoia (BT)
Succhi di frutta

Il pompelmo SiTi è prodotto da Spumador
Il succo di frutta Vitafit (tropical cocktail) è prodotto da Parmalat
Birre

La birra Finkbrau in bottiglia di vetro Lidl è prodotta nello stabilimento Castello Pedavena (ex Moretti)
Alcolici

La grappa del lidl è prodotta da Bonollo
Pane e prodotti da forno



I grissini Certossa linea Lidl sono prodotti da GrissinBon
Le bruschette “Certossa” sono prodotte da Morato
I crackers Certossa della Lidl sono prodotti dalla Crich di Zenson di Piave
La Piadina fresca Italiamo è prodotta da ARTIGIANPIADA Via G. Pascoli, 20-20/A – 47853 – Cerasolo Ausa (RN) ITALY ARTIGIANPIADA
Carni e affettati:

Parte dei Wurstel Lidl sono prodotti da Beretta (Wuber)?
Parte dei Wurstel Lidl (250g pollo e tacchino) sono prodotti dalla Tre Valli
Quasi tutti gli affettati DAL SALUMIERE (a fette, in vaschetta) sono prodotti da Grandi Salumifici Italiani (Casa Modena)
La bresaola Fresca Fetta Lidl è prodotta da Beretta
La bresaola DAL SALUMIERE è prodotta da Del Zoppo
Il salame cacciatore di Lidl è prodotto dai Fratelli BERETTA
Il prosciutto cotto Light è prodotto dal Salumificio F.lli Riva
Salsicce suinelli prodotte a Piazzale Veronesi 1 – San Martino Buon Albergo; AIA gruppo Veronesi
Prosciutto SALUMEO di Lidl fino a pochi giorni fa era confezionato da Brendolan service srl (in Friuli)
Provoletta Primo Prato prodotto in Italia da M&C nello stabilimento di zona ASI, loc. Pascarola – Civano (NA)
Petto di pollo Dulano prodotto da Kemper (H. Kemper GmbH & Co KG – Hauptstraße 2 – 49638 Nortrup – Bassa Sassonia)
Surgelati:

Molti dei gelati in vendita al Lidl a marchio Gelatelli sono prodotti da Eskim ossia Algida
Gelato tartufo classico prodotto da Sammontana
Piselli fini surgelati in vendita al Lidl prodotti da Industrie Rolli Alimentari
Le Pizze Taverna Giuseppe sono prodotte da Mantua surgelati S.p.a.
Prodotti Stagionali:

La Salsa con tartufo “Deluxe” Lidl è prodotta da Nord salse s.r.l. Via Rossana, 7 12026 Piasco (CN)
Le foglie di vite ripiene Vine leaves Eridanous sono prodotte per lidl in Grecia
Inserisci qualche prodotto. Apri la tua dispensa e leggi l’etichetta! Es. Pandoro, panettone, colombe N
Latte e derivati:

Il parmigiano reggiano Antichi Maestri è prodotto da Virgilio
Le mozzarelle di bufala Lidl sono prodotti da Francia e dalla Mandara
La ricotta Lidl a 55 cent è prodotta da Francia Latticini
Il gorgonzola dolce Merivio è prodotto da Igor
Il latte fresco Microfiltrato Latteria è prodotto da Padania srl a Casalmaggiore (CR)
Il robiolino Lidl è prodotto da Bustaffa
la besciamella Milbona è prodotta da Sterilgarda
Gli yogurt Latteria Magro e Intero da 150 gr sono prodotti da Latte Montagna Alto Adige (Mila) Via Innsbruck 43, 39100 Bolzano
Il latte ad alta digeribilità Latteria è prodotto da Mila
Il mascarpone della Merivo è prodotto dalla Sterilgarda
Patatine e pop-corn:

Le patatine Pandal Lidl sono prodotte da Amica chips
Detersivi per piatti e lavastoviglie:

Inserisci qualche prodotto. Apri la tua dispensa e leggi l’etichetta!
Frutta e verdura:

Le arance Navel sono prodotte da Di Palma Donato e Figli srl – CONVERSANO (BA) ITALY DiPalma. La buccia è EDIBILE
I kiwi c2 sono prodotti da Frutta c2 S.p.A. ● Via Dossi Prabiano 24 ● 37069 Rosegaferro di Villafranca (Verona)Fruttac2
Prodotti quindi di alta qualità. Sono davvero entusiasta di questo.. e voi?
(FONTE: http://ioleggoletichetta.it/bancadati/index.php/PRODOTTI_LIDL)