sabato 14 novembre 2015

SOTTO OGNI ATTENTATO TERRORISTICO, CI SONO SEMPRE DI MEZZO GLI STATI UNITI, ROVINA DELL'UMANITÀ E DELLA TERRA

Ecco perchè nessuno riesce a fermare l’Isis. GLI STATI UNITI LI PROTEGGONO
La guerra degli Stati Uniti contro lo Stato islamico è una grande bugia.” Così inizia il suo articolo Michel Cossudovsky, un economista canadese, scrittore e professore dell’Università di Ottawa, in Canada, pubblicato sul sito web del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione.
Dopo aver analizzato centinaia di documenti, il professore giunge ad una serie di conclusioni che a prima vista sembrano un paradosso: l’intera politica degli Stati Uniti relativa alla lotta contro il terrorismo in realtà serve gli interessi jihadisti, a loro volta, sono supportati e finanziati dal governo degli Stati Uniti. In 26 concetti Cossudovky spiega come è arrivato ad avere questa opinione.
Storia di Al Qaeda
1. Al Qaeda ed i suoi affiliati ricevono il pieno sostegno degli Stati Uniti quasi 40 anni fa, all’inizio della guerra sovietico-afghana (1979-1989).
2. In un periodo di dieci anni 1982-1992 circa 35.000 jihadisti provenienti da 43 paesi sono reclutati per la jihad afgana nei campi di addestramento della CIA (Agenzia di intelligence) in Pakistan. Migliaia di annunci, pagati dagli Stati Uniti, sono apparsi nei media di tutto il mondo per motivare i giovani a unirsi alla jihad.
3. L’Università del Nebraska, negli Stati Uniti, pubblica libri jihadisti per diffonderli, a quel tempo, nelle scuole dell’Afghanistan.
4. Osama bin Laden, il terrorista “numero uno” per gli Stati Uniti, è reclutato dalla CIA nel 1979 quando lancia la guerra jihadista patrocinata dagli USA contro l’Unione Sovietica in Afghanistan. Ha 22 anni quando termina la sua formazione nel campo di guerriglia della CIA.
5. Ronald Reagan, quarantesimo presidente degli Stati Uniti, chiama i terroristi di Al Qaeda “combattenti per la libertà”. Il governo statunitense fornisce armi alle brigate islamiche per combattere contro l’Unione Sovietica. Il cambio di regime porta alla fine del governo laico in Afghanistan.
Lo Stato islamico (IS)
6. Lo Stato islamico è inizialmente un’entità affiliata di Al Qaeda creata dai servizi segreti americani, con il sostegno del MI6 britannico, dal Mossad di Israele e dalle intelligence di Pakistan e l’Arabia Saudita.
7. Le brigate dell’Is partecipano con gli Stati Uniti e la NATO nella guerra civile in Siria diretta contro il governo di Bashar al Assad.
8. La NATO e gli alti funzionari turchi sono i responsabili del reclutamento di militanti dello Stato islamico e di al-Nusra (gruppo radicale islamico siriano) dall’inizio del conflitto in Siria nel 2011.
9. Nelle file dell’Isis c’è una rappresentanza dell’esercito e dell’intelligence degli stati occidentali.Così, il MI6 britannico partecipa alla formazione dei jihadisti ribelli in Siria.
10. In una informazione della CNN il 9 Dicembre 2012 un alto funzionario statunitense e diversi diplomatici di alto livello ammettono che “Stati Uniti e alcuni alleati europei, attraverso militari specializzati, addestrano i ribelli siriani affinché garantiscano scorte di armi chimiche in Siria.”
11. La pratica delle decapitazioni dell’Isis fa parte di programmi di formazione degli jihadisti attuati in Arabia Saudita e Qatar.
12. L’Arabia Saudita, alleato degli Stati Uniti, libera dalle sue carceri migliaia di detenuti a condizione che si uniscano alla lotta dell’Isis contro Assad in Siria.
13. Israele sostiene le brigate di Is e al-Nusra nel Golan, un territorio conteso da Israele e Siria. Nel febbraio 2014 il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, visita un ospedale al confine con la Siria, dove stringe la mano ad un ribelle siriano ferito.

Siria e Iraq.
14. L’Isis agisce come un avamposto militare degli interessi degli Stati Uniti e dei suoi alleati dal momento che causa distruzione e caos politico ed economico in Siria e Iraq.
15. L’attuale senatore degli Stati Uniti John McCain incontra i leader terroristi jihadisti, tra cui militanti dell’Isis, in Siria.
16. Lo Stato islamico, che presumibilmente resiste al bombardamento della coalizione guidata dagli Stati Uniti, continua a ricevere aiuti militari segreti dagli Stati Uniti.
17. I bombardamenti di Usa e dei suoi alleati non sono diretti allo Stato islamico, ma all’infrastruttura economica dell’Iraq e della Siria tra cui fabbriche e raffinerie di petrolio.
18. Il progetto del califfato si inserisce perfettamente nell’agenda della politica estera degli Stati Uniti da molti anni al fine di dividere Iraq e Siria in tre aree distinte: una repubblica del Kurdistan, un califfato islamico sunnita e una Repubblica araba sciita.
“La guerra contro il terrorismo”
19. “La guerra contro il terrorismo”, una campagna degli Stati Uniti iniziata nel 2001 e supportata da alcuni membri della NATO, si presenta come uno “scontro di civiltà”, quando in realtà persegue obiettivi economici e strategici.
20. Gli Stati Uniti appoggiano segretamente vari affiliati di Al Qaeda in Medio Oriente, in Africa sub-sahariana e in Asia per creare conflitti interni e destabilizzare i paesi indipendenti.
21. In questi gruppi si possono nominare Boko Haram in Nigeria, il Gruppo combattente islamico in Libia o Jemaah Islamiyah in Indonesia.
22. Le organizzazioni affiliate ad Al Qaeda nella regione autonoma di Xinjiang Uigur, in Cina, ricevono anche il sostegno degli Stati Uniti. Lo scopo dichiarato di queste organizzazioni jihadiste è di stabilire un califfato islamico nella Cina occidentale.
“I nostri” terroristi.
23. Il paradosso è che, mentre l’Isis è cresciuta grazie al sostegno americano, l’obiettivo “strategico” degli Stati Uniti è la lotta contro l’islamismo radicale del gruppo jihadista.
24. La minaccia terroristica è una creazione puramente americana che è promossa da altri governi occidentali e dai media. Sotto l’obiettivo della difesa della vita dei suoi cittadini, dall’altra parte libertà civili e privacy vengono violate.
25. La campagna anti-terroristica contro Al Qaeda e lo Stato islamico ha contribuito notevolmente alla “demonizzazione” dei musulmani, che vengono associati alle crudeltà dei jihadisti.
26. Chiunque metta in discussione la “guerra al terrore” è dichiarato terrorista e sottoposto alle numerose leggi anti-terrorismo approvate negli ultimi dieci anni negli Stati Uniti.

                                                                               Fonte: http://rubrica24.altervista.org/

Guerra a Parigi, il fallimento dei servizi segreti. Retroscena e ipotesi

I sette attentati che hanno scosso Parigi nella notte del 13 novembre 2015 hanno fatto nascere mille interrogativi nelle menti dei cittadini francesi e non solo.
Sette attentati simultanei e correlati di diverso tipo denotano abilità di pianificazione e azione militare con il coinvolgimento decine se non centinaia di persone coinvolte, mesi di riunioni, telefonate, incontri; è possibile che l’intelligence francese non ne sapesse niente, anche se si sarebbe dovuta trovare in uno stato di massima allerta dopo quello che era successo il 9 gennaio scorso in occasione dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo e ad un market che aveva causato la morte di 17 persone.
“L’elemento di sorpresa si deve sempre tenere in considerazione”, giustifica l’intelligence francese.  Yves Trotignon, ex 007 della Dgse, servizio antiterrorismo transalpino, ha spiegato che da tempo i servizi sapevano della possibilita’ di un tale attacco ma che erano anche consapevoli che non avrebbero potuto fermarlo. “Ci sono ormai sempre piu’ persone addestrate e preparate a morire. Che hanno studiato e che anno un solido background. Tutti questi possono fare parecchi danni” ha detto l’ex 007 aggiungendo che i servizi segreti sono ormai “sopraffatti” dagli eventi. Tra i pericoli maggiori, secondo Trotignon, quello dei giovani che rientrano dalle aree di conflitto, come Siria, Libia e Yemen. Questi ottengono qui in Francia le armi e sono pronti a entrare in azione. I terroristi che hanno agito a Parigi erano “professionisti”: lo affermano i sopravvissuti nei vari attacchi. “Sparavano con gli Ak47 a colpo singolo, 3-4 alla volta, tutti ben mirati”, racconta un testimone al Guardian parlando della sparatoria davanti al caffe’. “Sembravano soldati delle forze speciali”, aggiunge.
Un altra considerazione che può venire al cittadino medio è questa: se i servizi di intelligence non  sono in grado di sventare questi attentati che senso ha la loro presenza e le ingenti risorse finanziarie necessari per farli funzionare; nel tentativo di abbassare il grado di critiche ricevute, fonti d’intelligence francese fanno sapere di aver sventato diversi tentativi di attentati da gennaio, dopo quello alla redazione di Charlie Hebdo e ad un market che aveva causato la morte di 17 persone, ma i dubbi restano.
Un altro interrogativo a cui dare rispondere è perché gli attentati a firma Isisavvengano sempre in Francia e, in particolare a Parigi. Questo è un elemento che porta a pensare che nel paese transalpino e nella sua capitale gli uomini dello Stato Islamico godano di appoggi logistici più efficaci che altrove, anche se non è da escludere che si possa trattare di gruppi terroristici locali, dei quali non si conosce nulla, i quali utilizzano l’Isis come un marchio di franchising facilmente riconoscibile a livello mondiale per cui basta un tweet per avere la cassa di risonanza mediatica, che si vuole ottenere.

Gli attentati di Parigi dimostrano che il modello francese della convivenza e dell’integrazione con la presunzione dell’assimilazione dimostra di non stare funzionando. Era accaduto con le rivolte nelle banlieue ai cui ragazzi veniva imposta la rimozione delle proprie diversità culturali di origine pur mettendo in atto discriminazioni sociali e del diritto al lavoro sulla base di quelle stesse origini. Tutto ciò non può che gettare veleno sulla convivenza in patria tra varie estrazioni etniche, soprattutto tra le giovani generazioni che oggi s’identificano in realtà ideologicamente corrotte dall’ortodossia ma logisticamente ben organizzate e capaci di comunicare da e con ogni parte del mondo.

venerdì 13 novembre 2015

$ 1 trilione in minerali rari trovati sotto l'Afghanistan

$ 1 trilione in minerali rari trovati sotto l'Afghanistan

5 SET 2014 09:20 ET // DA CHARLES CHOI, LIVESCIENCE
Terre Rare, in senso orario dal centro in alto: praseodimio, cerio, lantanio, neodimio, samario e gadolinio.
US DEPARTMENT OF AGRICULTURE / PEGGY GREB
l'Afghanistan può essere seduto su una delle più ricche di minerali troves nel mondo, del valore di quasi $ 1 trilione, secondo scienziati americani.

 Afghanistan, un paese quasi le dimensioni del Texas, è ricco di minerali depositati dal urto violento del subcontinente indiano con l'Asia. La US Geological Survey (USGS) ha iniziato l'ispezione quali risorse minerali in Afghanistan ha avuto dopo che le forze Usa hanno guidato i talebani dal potere nel paese nel 2004. Come si è visto, il personale Geological Survey Afghanistan aveva tenuto carte geologiche sovietici e rapporti fino a 50 anni o più che accennato a una miniera d'oro geologica.
Nel 2006, i ricercatori statunitensi hanno volato missioni aviotrasportate per condurre magnetica, la gravità e le indagini iperspettrali sull'Afghanistan. Le indagini magnetiche sondato perminerali di ferro-cuscinetto fino a 6 miglia (10 chilometri) sotto la superficie, mentre le indagini di gravità hanno cercato di individuare i bacini sedimentari pieno potenzialmente ricche di petrolio e gas. L'indagine iperspettrale esaminato lo spettro della luce riflessa da rocce per identificare le firme di luce unici per ogni minerale. Più del 70 per cento del paese è stato mappato in soli due mesi. [A proposito di fatti rari minerali delle terre (Infografica)]
Le indagini verificato tutti i principali reperti sovietici. Afghanistan può tenere 60 milioni di tonnellate di rame, 2,2 miliardi di tonnellate di minerale di ferro, 1,4 milioni di tonnellate di terre rare come il lantanio, cerio e neodimio, e filoni di alluminio, oro, argento, zinco, mercurio e litio. Ad esempio, il deposito carbonatite Khanneshin nella provincia di Helmand in Afghanistan ha un valore di $ 89000000000, piena com'è di elementi delle terre rare.
"L'Afghanistan è un paese che è molto, molto ricco di risorse minerarie," Jack Medlin, un geologo e programma di gestione di progetti in Afghanistan Geological Survey di Stati Uniti, ha detto in diretta Science. "Abbiamo identificato il potenziale di depositi minerali almeno 24 di classe mondiale." Il lavoro degli scienziati è stato dettagliato nel numero 15 agosto della rivista Science.
Nel 2010, i dati USGS attirato l'attenzione del Dipartimento della Task Force della Difesa per le imprese e la stabilità delle operazioni (TFBSO), a cui è affidata la ricostruzione dell'Afghanistan. La task force valutato risorse minerarie dell'Afghanistan a $ 908.000.000.000, mentre la stima del governo afghano è di $ 3 miliardi di dollari. [Oro Quiz: Quanto ne sai di Gold Mining?]
Negli ultimi quattro anni, USGS e TFBSO hanno intrapreso decine di escursioni nella zona di guerra per raccogliere e analizzare campioni di minerali per confermare i risultati aeree.
"Esecuzione di una valutazione delle risorse minerarie in Afghanistan non è come andare in giro per gli Stati Uniti e di fare il lavoro di campo normale", ha detto Medlin. "Quello che diventa molto, molto evidente in Afghanistan è l'enorme quantità di pre-pianificazione che deve avvenire per visitare qualsiasi sito in quel paese, come ad esempio chi sta per fornire sicurezza e quanta sicurezza è necessario. Hai anche per pianificare come si sono effettivamente sta per ottenere qualche posto, come per la maggior parte dei siti in Afghanistan, non si può guidare lì - i nostri elicotteri di lavoro coinvolti, e per la nostra sicurezza, non potremmo essere a terra molto tempo per ottenere  campioni . "


giovedì 12 novembre 2015

TERRORISMO ISIS, INVENZIONE DEGLI AMERICANI


Forse non tutti sanno che l'isis e tutta un'invenzione degli americani, vi siete mai chiesti come mai Saddam, Gheddafi, bin laden, sono stati annientati, per soddisfare le aziende petrolifere.. ed invece l'isis sembra come se fosse imbattibile? semplice come ogni guerra ci sono interessi economici ed di materie prime..
ma potete darmi pure del pazzo, ma se cercate bene su google scrivendo americani inviano dal celo armamenti hai ribelli

articolo di Michele Paris

Con le 50 tonnellate di armi recapitate dal cielo domenica scorsa ai “ribelli” anti-Assad, gli Stati Uniti hanno fatto registrare un nuovo picco di irresponsabilità nella loro già disastrosa e caotica strategia siriana. La fornitura diretta del materiale bellico è stata decisa in seguito alla chiusura definitiva del fallimentare programma di addestramento di introvabili combattenti “moderati” e, soprattutto, rappresenta una rischiosissima risposta al crescente impegno militare della Russia nel conflitto in corso in Siria.

A confermare il lancio delle armi è stato lunedì un portavoce del Pentagono, il quale ha assicurato che i beneficiari sarebbero “gruppi arabi siriani” i cui leader sono stati “debitamente verificati” dagli Stati Uniti.

Il Dipartimento della Difesa non ha però rivelato l’identità di queste formazioni ribelli, anche se i media americani hanno parlato di una “Coalizione Araba Siriana”. Questa denominazione è stata probabilmente ideata dal Pentagono per raggruppare varie formazioni a cui destinare gli armamenti.

Fonti governative e dei militari USA sono intervenute sui media d’oltreoceano per garantire che le armi paracadutate hanno raggiunto “forze amiche”. Il gruppo in questione sarebbe composto da 4 o 5 mila uomini che stanno combattendo contro lo Stato Islamico (ISIS) nei pressi di Raqqa, città nel nord della Siria ritenuta la capitale del “califfato”.

Il materiale sembrerebbe provenire dai depositi allestiti in paesi come Turchia e Giordania e che dovevano servire a dotare di armi i combattenti addestrati dagli americani nell’ambito del programma da poco abbandonato.

Al di là delle poco utili rassicurazioni dei vertici militari americani, il lancio di tonnellate di armi nel bel mezzo di una zona di guerra chiarisce a sufficienza il livello di disperazione raggiunto dal governo americano con l’avvio della campagna russa. L’intervento di Mosca per sostenere Assad ha spinto l’amministrazione Obama ad attivarsi per cercare di salvare le forze ribelli che da oltre quattro anni operano come forza d’urto per rovesciare il regime di Damasco.

Soprattutto, l’azione russa ha smascherato la natura delle formazioni su cui contano gli Stati Uniti e i loro alleati in Medio Oriente. Nonostante la pretesa di armare soltanto ribelli “moderati”, filo-occidentali e passati al vaglio della CIA o del Pentagono, i gruppi che Washington afferma di appoggiare sono virtualmente indistinguibili da quelli con inclinazioni fondamentaliste violente.

Anche per questa ragione, le armi appena lanciate finiranno con ogni probabilità nelle mani della filiale di al-Qaeda in Siria – il Fronte al-Nusra – se non dell’ISIS. Questa stessa fine aveva fatto d’altra parte il materiale che era stato fornito alla manciata di combattenti addestrati dagli americani e inviati in Siria prima dello stop definitivo al già ricordato programma.

La conferma del fatto che la linea di demarcazione tra i terroristi e i ribelli “moderati” in Siria sia a dir poco confusa viene anche dalla giustificazione principale fornita da Washington per la stessa cancellazione del programma di addestramento.
Secondo il Pentagono, infatti, non è stato praticamente possibile reperire uomini disposti a combattere soltanto contro le forze dell’ISIS e non contro quelle del regime, proprio perché per la grandissima maggioranza dei combattenti che si trovano in Siria il nemico non è rappresentato dal delirio jihadista di al-Baghdadi, bensì da un governo sciita alleato di Iran e Hezbollah.

Un articolo fondamentalmente di propaganda pubblicato martedì dal New York Times per sottolineare la pericolosità di uno scenario siriano caratterizzato sempre più da una guerra a distanza tra USA e Russia, è apparso in questo senso particolarmente illuminante.

Grazie anche alle testimonianze di vari comandanti delle formazioni che hanno ricevuto le armi americane qualche giorno fa, risulta evidente come sul campo non ci siano troppe distinzioni tra “moderati” ed estremisti.

Il Times spiega come la minaccia immediata al regime di Assad venga soprattutto da una “coalizione di insorti islamisti chiamata Esercito della Conquista”, all’interno del quale spicca il Fronte al-Nusra. A fianco di questo gruppo, continua il pezzo del giornale newyorchese, e “talvolta in aiuto” a esso, figurano “svariati gruppi relativamente secolari, come il Libero Esercito della Siria che… ha avuto accesso ai TOW [missili anticarro]” americani.

Lo stesso articolo spiega poi che i TOW e altre armi americane hanno svolto un ruolo decisivo nel mettere in crisi Assad, ammettendo però che la nuova forza di fuoco a disposizione dei ribelli ha favorito anche il Fronte al-Nusra, emanazione diretta di un organizzazione terroristica che il governo USA da quattordici anni dipinge come il nemico giurato della civiltà occidentale.

Il New York Times cerca di dipingere questi sviluppi come un effetto collaterale trascurabile e non desiderato dal governo USA, mentre si tratta in realtà di una politica deliberata portata avanti in maniera più o meno clandestina per colpire il regime siriano. Ciò è confermato anche dagli avvertimenti lanciati alla Russia affinché nei raid aerei decisi dal presidente Putin non vengano colpite formazioni “diverse dall’ISIS”.

Allo stesso modo, profondamente disonesti sono i tentativi di descrivere come “scomodo” o di convenienza il matrimonio tra l’Esercito Libero della Siria e l’ala qaedista in Siria, resosi necessario dall’impossibilità del primo di operare “senza il consenso” della seconda. Praticamente tutti i gruppi che combattono in Siria contro Assad sposano, con varie sfumature, un’agenda settaria sunnita e non sembrano in particolare imbarazzo nel collaborare con milizie apertamente terroristiche. Quando sono stati registrati scontri interni ai ribelli sono stati dovuti quasi sempre a contese territoriali o per risorse da sfruttare.
Negli ultimi giorni, intanto, grazie al supporto aereo russo, l’esercito regolare siriano ha fatto segnare progressi in varie parti del paese in mano ai gruppi fondamentalisti, tra cui alcuni appoggiati direttamente dall’Occidente. Sul piano diplomatico, invece, l’inviato speciale dell’ONU per la Siria, Staffan de Mistura, si prepara a incontrare i leader di Russia e Stati Uniti per cercare di intavolare un negoziato che porti a una soluzione politica del conflitto.

La distanza che rimane tra le due posizioni in merito alla sorte di Assad e, più in generale, all’orientamento strategico dell’eventuale regime che dovrà sostituire quello attuale al potere a Damasco non promette però nulla di buono per la Siria.

L’intensificarsi del conflitto e l’aumento dell’impegno militare delle due potenze rischia infatti seriamente di trascinare entrambe in un pericoloso vortice che potrebbe finire per mettere di fronte direttamente le forze di Mosca e Washington, con conseguenze prevedibilmente disastrose non solo per la Siria e il Medio Oriente.
                                                                                                                 

                                                                  NRSG henry1985


LA MENZOGNA CHE CONTINUA DA SECOLI DEI SECOLI AMEN

Montecassino, la vita dell'ex abate Vittorelli: coca, ecstasy, cene di lusso viaggi e ostriche. E 2mila euro di shopping. Così "sua eccellenza" rubava ai poveri

Droghe, appartamenti e hotel di lusso, ostriche e champagne, viaggi in Sudamerica e notti di gloria a Londra. Pagati come? Con i soldi della Chiesa, quelli dell'8 per mille. Quel che emerge dal lavoro della Guardia di Finanza è sconvolgente: l'ex abate di Montecassino, una delle più importanti Abbazie italiane, per anni avrebbe delapidato i soldi dei fedeli per fare la bella vita e arricchirsi senza freni. Avrebbe iniziato subito, Don Pietro.
A 46 anni Papa Ratzinger lo nomina 191esimo abate del convento e Don Pietro, uno che diceva che i beni della Chiesa non vanno mai usati "per se stessi" prende in mano le redini dell'Abbazia il primo gennaio del 2008. Nemmeno nove mesi e don Pietro prende in mano anche qualcosa altro, i numeri di conto e i denari custoditi dall'Abbazia. Accusato di appropriazione indebita - come riporta il Corriere - il 27 di novembre del 2008 entra in azione: preleva dal conto dello Ior (16427-003) 141mila euro in disponibilità a Montecassino.
E' il primo prelievo di una lunga serie, anche se i furti avverranno a distanza di anni. Sposta soldi "Sua Eccellenza", e lo fa con l'aiuto del fratello Massimo. Il flusso di denaro passa dai conti dello Ior a quello di istituti di credito privato riconducibili ai Vittorelli. E poi li spende: a loro risulterebbero intestati 4 appartamenti a Roma (due del fratello) e San Vittore del Lazio, oltre a due magazzini che, per la Procura, potrebbero essere proventi dei suoi illeciti (ipotesi di riciclaggio).
In quegli anni, lo vedremo poi, i soldi vengono spesi per tutto: dalle droghe sino ai viaggi in Brasile. 
Già, le droghe. Due anni dopo essere stato nominato Abate Don Pietro viene ricoverato al San Camillo di Roma. Ha un malore, scrive il Tempo. In quei giorni è sottoposto a esami ed emerge che "Sua Eccellenza" potrebbe aver abusato di ecstasy. Tracce pesanti di "Ghb" vengono rilevate. Nelle urine, invece, ci sono tracce di cocaina. La vicenda però viene archiviata.
La vita di Don Pietro torna carica di impegni e nel maggio del 2012 ha una nuova crisi, questa volta cardiaca: scatta la degenza (al Gemelli) e la terapia. Accolto con una festa da parte dei confratelli, torna in convento soltanto nella primavera del 2013. E cosa fa? Ruba ancora, a quanto riporta Fiorenza Sarzanini sul Corriere. E' il 12 marzo 2013 e il prelievo di 202mila euro (e siamo già a 345 mila sottratti...) avviene in contati. Poi ancora, pochi mesi dopo, e l'abate passa altri soldi dal conto di Montecassino (erano per la Caritas) a uno aperto presso la Monte dei Paschi. Svuota senza sosta il vescovo.
Talmente cinico che è un dettaglio a rivelare la sua spregiudicatezza: quando nel 2013 si dimette per motivi di salute dal suo ruolo, il 12 giugno ad accettare le sue dimissioni è Papa Francesco. Nemmeno due settimane prima, il primo giugno, il vescovo svuota ancora prelevando quel che può, 44mila euro, e poi versa ancora soldi, 164mila euro, a un conto intestato al fratello. Abusa dei suoi ultimi giorni e del suo ruolo per fregare i soldi destinati ai bisognosi e "alle opere di bene".
In mezzo a tutto questo c'è una vita inimmaginabile per un prete. Cene in ristoranti di lusso a Londra da 700 euro, dove dopo il 2013 si era trasferito per tenere "rapporti con la chiesa anglicana". Cene a base di ostriche e champagne, riusciva a spendere anche 34mila euro al mese. A Londra, riporta il Corriere, "per un soggiorno in un hotel aveva speso 7mila euro, 2mila al Principe di Savoia di Milano". E poi le notti di Rio, altri fiumi di denaro spesi per lui e gli amici. Per il giudice "la sequenza delle operazioni fa risultare inequivoco l’intento di celare il tracciato delle somme prelevate dai conti dell’Abbazia e della Diocesi. L’esame dei flussi finanziari documenta in modo diretto la predisposizione di accurati sistemi operativi".
Soldi in uscita che non tornavano alla diocesi e alle banche stesse. La segnalazione dell’Uif, l’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia, è quella che ha fatto scattare l'allarme. 
Poi l'indagine e i tracciati delle carte di credito che rivelano una vita di lusso al di la dell'immaginazione, come quella volta che spese 2mila euro nella boutique di Ralph Lauren.

                                                                                                Fonte: http://www.huffingtonpost.it/

mercoledì 11 novembre 2015

Perché tocca allo Stato (e dunque ai cittadini) pagare i debiti de L’Unità


Lo Stato ha versato 107 milioni di euro alle banche creditrici della vecchia gestione dell'Unità dei Ds. I debiti accumulati fino al 1994 sono ricaduti sui contribuenti per via di una legge del 1998, che stabiliva la garanzia dello Stato in caso di insolvenza del partito. E di qualche furba operazione.

IN SINTESI
Chi a fatto i debiti? la vecchia gestione? bene allora i 107 milioni di EURO che glieli andassero ha cercare alla vecchia gestione dell'Unità dei Ds e non hai contribuenti, facile... loro fanno i debiti e noi fessi dobbiamo pagarli.. no cari onorevoli.
                                                                   SINTESI NRSG  henry1985

UOMO PENSANTE CHE DISTRUGGE LA TERRA ED UCCIDE GLI ANIMALI


IL TITOLO FORSE TROPPO APOCALITTICO O FORSE NO!!
Forse ci siamo dimenticati di rispettarci noi stessi, stiamo diventando troppo egoisti, uccidiamo come se fosse un videogioco... ma la realtà non è un videogioco, come non e un gioco uccidere, mucche, vitelli, maiali ecc..
E inaccettabile una cosa del genere, ed anche da parte del governo che sembra che non gli porta nulla, ma gli porta solo dei cani e gatti ed altri animali domestici, ed si indignano... mentre però il padrone di questo animale domestici abbia magari una pelliccia... e dice di amare gli animali.
Un paio di mesi fa, sono stato ad un mercato di animali di pulcini, galline, anatre, ecc.. ed dove c'era anche un camion, nel cassone posteriore del camion c'erano delle gabbie che saranno state 30 cm, dove all'interno di queste gabbie c'erano 3 galline, una cosa orrenda, io adesso mi chiedo, proviamo a mettere l'allevatore li dentro e vedremo se starà comodo, finendo il discorso l'uomo pensante deve incominciare ad amare il prossimo e il nostro pianeta ed anche i nostri carissimi animali, perché non sono degli esseri stupidi, ma anche loro pensano ed capiscono, ed a volte capiscono più del'uomo..
concludendo spero che il mio post vi è piaciuto. mi aspetto molti commenti..

                                                                                                                                NRSG henry1985

martedì 10 novembre 2015

Scie chimiche: la guerra segreta (Documentario)



L'unico documentario davvero esplicativo sulla questione "scie chimiche", prodotto da Rosario Marciano' e suo fratello, Rosario Marciano' da oltre 10 anni si batte per divulgare il frutto delle sue ricerche ed analisi riguardo gli esperimenti di Geoingegneria clandestina, i fratelli Marciano' sono stati inoltre perseguitati con azioni sia legali (immotivate visto la mole di prove che presentarono presso vari uffici della Procura della Repubblica) ma soprattutto di stalking sia nella vita personale che sui social, i Marciano' sono stati accusati di essere dei pazzi fuffari ma, nonostante fossero dei "poveri pazzi fuffari" hanno catalizzato su di essi l'attenzione di organi dello Stato come il Ministero dell'Interno e di Giustizia oltre che dei "Servizi", un attenzione degna di un potente,fantomatico e pericolosissimo gruppo terroristico subendo oltresi' intimidazioni in stile mafioso da membri appartenenti al CICAP (ente nazionale che in passato si occupava del paranormale ed ufologia) i quali collaborano oramai a stretto contatto con organi dello Stato coprendo il ruolo dei DISINFORMATORI/DEBUNKER soprattutto in rete.
Questo é un argomento delicato che non tutti apprezzeranno ne capiranno e ne crederanno nell'immediato, riguarda la nostra salute più che una vera e propria tesi del complotto come vogliono far credere i media ridicolizzando chi ne parla, JUST WATCH IT!!!!

Uomo tenta di stuprare una ragazza: la folla lo ferma e gli taglia il pene

Ha tentato di stuprare un’adolescente, ma la folla su tutte le furie lo ha fermato.
L’india comincia a ribellarsi alla violenza e ai crimini sessuali e lo fa duramente. A un uomo di 40 anni, Suresh Kumar, nella città di Ganganagar, la gente del posto ha tagliato il pene.

Lo avevano trovato in un vicolo, mentre terrorizzava una ragazza addossata a un muro. Il 40enne è stato poi trascinato via dalla folla, picchiato e condotto verso una macelleria locale.
Nel negozio hanno reciso con una mannaia il suo membro e gettato via i resti. Il pene e Kumar sanguinante sono stati abbandonati per strada.
A 74 anni assume viagra per andare con una 27enne, ma finisce in ospedale

Prendere due compresse di Viagra a 74 anni per fare bella figura a letto con una ragazza che potrebbe essere la nipote, ma finire in ospedale .
 E' capitato a  Ray Boddington, ultrasettantenne inglese che qualche sera fa si trovava al pub insieme agli amici di una vita quando una ragazza di  anni ha iniziato ad attaccare discorso. La donna, non si sa se per soldi o per pura attrazione fisica, ha invitato l'anziano ad andare a letto insieme e così Ray ha pensato bene di "aiutarsi" con un paio di pillole blu di un caro amico, che ben volentieri gliele ha prestate senza curarsi di avvertirlo delle possibili controindicazioni.

Le controindicazioni, però, sono puntualmente arrivate: uscito dal pub, mentre Ray si incamminava verso la sua giovane fiamma, ha avvertito una fitta a cuore, poi una forte tachicardia, finché non si è accasciato a terra. Si è svegliato accasciato su una lettiga in ambulanza, con la pressione alle stelle e un forte mal di testa ma fortunatamente circondato da bravi medici, ai quali è stato costretto a raccontare nei dettagli la sua avventura, tra le risate generali.
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Ragazzino distrugge IPHONE S6 con un martello.