sabato 21 novembre 2015

IL VIDEO SHOCK SULLA CHIESA CATTOLICA guardalo ora, prima che venga cens...

Enrico Brignano - Le Banche

Enrico Brignano - Gli avvocati dei politici

Smascherate LE IENE.!!SPIEGATE ALLA GENTE IL MES E BILDERBERG

Ecco chi controlla i Governi di tutto il mondo

ISIS e l'inizio della Terza Guerra Mondiale - Video censurato più volte ...

Perchè l'America vuole trascinare la Russia verso la Terza Guerra Mondiale.






UNA VERITA' MOSTRUOSA - Giulietto Chiesa



Pubblicato il 21 nov 2015
Cosa sta davvero succedendo nel nostro mondo? Quali sono gli obiettivi di Putin? Qual è il disegno strategico delle egemonie mondiali? Perché sia chiaro: c'è sempre un disegno. Ed è altrettanto chiaro che noi non lo vediamo perché, come diceva la Commissione Trilaterale di Mario Monti, la maggioranza dell'opinione pubblica deve restare ai margini del dibattito, in apnea. E allora, dove ci stanno portando i leader che abbiamo eletto (o che crediamo di avere eletto)?
Domande che Giulietto Chiesa ha buon titolo per affrontare. L’ho intervistato per voi. 

Allarme terrorismo, arrestato a Roma algerino con documenti falsi

Allarme terrorismo, arrestato a Roma algerino con documenti falsi
Un cittadino di origini algerine è stato arrestato dalla Polizia di Stato alla stazione Termini di Roma perché trovato in possesso di falsi documenti: un passaporto e una carta d'identità emessi in Belgio. L'uomo è stato arrestato.

CRONACAROMATERMINI 21 NOVEMBRE 2015 17:05 di Angela Marino



Bloccato alla stazione Termini con documenti falsi. È accaduto oggi a Roma dove un cittadino di origini algerine è stato arrestato dalla Polizia di Stato con l'accusa di false attestazioni a pubblico ufficiale e possesso di documenti falsi validi per l'espatrio. Il giovane, 24 anni, è stato fermato mentre tentava di passare i varchi dello scalo ferroviario di Termini. Durante i controlli gli agenti del Settore Operativo della Polizia Ferroviaria di Roma Termini, affiancati da quelli di Protezione Aziendale Ferrovie dello Stato, hanno notato particolari anomalie sui documenti che l'uomo mostrava loro. Dopo i necessari approfondimenti effettuati con l'ausilio di un operatore esperto in falso documentale, i poliziotti hanno accertato come carta d'identità e patente, entrambi emessi – secondo le informazioni che riportavano – in Belgio, fossero effettivamente falsi. Il 24enne è stato arrestato con l'accusa di false attestazioni a pubblico ufficiale e possesso di documenti falsi validi per l'espatrio.

I poliziotti, notate alcune anomalie sui documenti esibiti, hanno effettuato alcuni approfondimenti, avvalendosi di un operatore esperto in falso documentale, che ha rilevato l'effettiva falsita' della carta d'identita' e della patente, entrambi apparentemente emessi dalle autorita' del Belgio.

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Così i paesi UE finanziano l’ISIS

Così i paesi UE finanziano l’ISIS
I paesi dell'Unione Europea acquistano petrolio dallo Stato Islamico. A lanciare l'allarme, lo scorso anno, è stata l'ambasciatrice dell'UE in Iraq. Acquistare greggio dall'ISIS conviene e offre agli operatori finanziari ampi margini di profitto.

MONDOPOLITICAULTIME NOTIZIE 19 NOVEMBRE 2015 17:18 di Davide Falcioni

Il 2 settembre del 2014 Jana Hybášková, ambasciatrice in Iraq dell'Unione Europea, ha sostenuto di fronte alla Commissione Affari Esteri del Parlamento UE che alcuni paesi membri hanno acquistato petrolio direttamente dallo Stato Islamico. La diplomatica non ha specificato di quali stati parlasse, ma si è limitata a chiedere al Parlamento di mettere in campo strategie per fermare questo commercio agendo con Iran, Turchia e Kurdistan. Le dichiarazioni dell'ambasciatrice tuttavia non sono cadute nel vuoto: tre giorni dopo la parlamentare europea Kati Piri ha chiesto formalmente un approfondimento della questione con un'interrogazione in aula, mettendo fortemente in risalto la possibilità che paesi europei finanziassero lo Stato Islamico acquistando petrolio per una cifra tra i 2 e i 5 milioni di dollari al giorno: "Può l'Alto Commissario (si riferiva all'italiana Mogherini) confermare l'esistenza di un commercio illegale di petrolio, diretto o indiretto, tra alcuni stati dell'UE e l'IS? Può l'Alto Commissario spiegare cosa verrà fatto per interrompere immediatamente questo traffico?".

Poco più di due mesi dopo e in seguito a un approfondimento sulle gravi accuse formulate da una diplomatica in prima linea in Iraq, quindi realisticamente molto informata, Federica Mogherini – Alto Rappresentante dell'UE per gli Affari Esteri – ha risposto all'interrogazione della Piri: "Non esistono attualmente prove di un commercio illegale di petrolio tra IS e strutture degli Stati Membri dell'UE (…). Vi è tuttavia la possibilità che petrolio proveniente dalle zone controllate da IS venga contrabbandato attraverso il confine turco, il Kurdistan, l'Iran e altri paesi vicini. Non può esserci quindi nessuna garanzia che il petrolio proveniente da questi stati non includa quello arrivato da territori controllati dallo Stato Islamico". Una mezza ammissione, dunque, per di più dalla più alta rappresentante europea agli esteri.

Le zone di produzione di petrolio dell'IS in foto: La produzione di greggio in Siria e Iraq. Credit: FT


Per vie indirette alcuni stati membri del'UE finanziano lo Stato Islamico. Se i raid aerei della Grande Coalizione nell'ultimo anno potrebbero aver offerto un pretesto "ideologico" a migliaia di persone per imbracciare le armi e arruolarsi, il sostegno economico arriva in larga parte dal controllo degli importanti giacimenti di petrolio in Siria e Iraq. I combattenti di Daesh, infatti, non rischiano la vita solo per la gloria, né in cambio di 72 vergini: i compensi mensili dei miliziani sono infatti generosi. Come spiega il Financial Times la principale zona di produzione di petrolio è quella di Deir Ezzor, in Siria, con 34-40mila barili al giorno. L'IS controlla anche l'area di Qayyara, nei pressi di Mosul, in Iraq, dove la produzione è sensibilmente inferiore (8mila barili al giorno). Il greggio viene quindi venduto a prezzi estremamente concorrenziali rispetto a quelli dei mercati "ufficiali": per un barile, infatti, sono generalmente sufficienti 30 dollari, mentre ad oggi la quota finanziaria è di 45. Un risparmio significativo per gli acquirenti che – nelle zone controllate da Daesh – sono disposti a rimanere in fila anche per diversi giorni per accaparrarsi l'"oro nero", quindi re-immetterlo sul mercato. La gran parte alimenta circuiti prevalentemente locali, ma inevitabilmente non mancano i contrabbandieri pronti a fare affari con l'estero.

Acquistare petrolio dall'IS conviene in foto: Quanto costa il greggio IS. Credit: FT




Come ricorda il Washington Post determinante è il ruolo della Turchia, paese che più volte ha dato l'idea di voler usare il bastone contro i comunisti curdi del PKK e la carota contro i feroci miliziani dell'IS: ebbene, il confine tra Turchia e Siria misura 512 chilometri ed è ridotto a un colabrodo, così come quello tra Turchia e Iraq, dove transitano centinaia di camion ogni giorno. Quanti di questi, tra le altre merci, trasportano petrolio prodotto nei territori di Daesh? E che dire del fiume Oronte, solcato – secondo il FT – da decine di piccole imbarcazioni cariche di greggio? Non mancano sistemi ben più rudimentali: sui dorsi dei muli vengono caricate tra le 4 e le 8 taniche da 25 litri alla volta. Gli animali partono da al Sarmada, attraversano il confine turco, scaricano e tornano indietro. Osservatori internazionali, tuttavia, non dimenticano il sistema di pompe clandestino tra zone di confine. Così migliaia di barili di greggio dalle aree dell'IS finiscono in Turchia (e altri paesi) e da qui sul mercato internazionale. Come ha dichiarato la stessa Mogherini, non esiste "nessuna garanzia che il petrolio proveniente da questi stati non includa quello arrivato da territori controllati dallo Stato Islamico".
Senza un controllo attento gli stati membri dell'UE finiscono per finanziare anche Daesh. Roger Diwan, vice presidente dei servizi finanziari presso IHS Energy, ha spiegato con estrema chiarezza: "Se il petrolio dell'IS è più conveniente rispetto a quello del mercato ‘regolare' ci sarà sempre un acquirente pronto a fare affari". Appare evidente, dunque, che la guerra dello Stato Islamico non ha motivazioni religiose, come sempre più spesso viene raccontato.  Le ragioni sono al contrario economiche, ed è quindi sui canali di finanziamento che è necessario agire. Secondo numerosi studi, l'IS può contare su beni per un valore stimato in 2miliardi di dollari e un fatturato annuo di 2,9 miliardi di dollari, in buona parte provenienti dalla vendita di petrolio, ma anche da altre fonti (ad esempio il traffico di esseri umani, opere d'arte e altri finanziamenti esterni). Per avere un'idea del colosso con cui abbiamo a che fare basti sapere che il fatturato dei talebani è stimato in soli 53,2 milioni di dollari.



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Attentato Mali, la liberazione degli ostaggi: le immagini dall'interno d...

Terrorismo – La ‘ndrangheta “protegge” la Calabria: “Il Sud al sicuro grazie alla mafia”

Terrorismo – La ‘ndrangheta “protegge” la Calabria: “Il Sud al sicuro grazie alla mafia”



Sabato 21 Novembre 2015
9:16
Isis Terrorismo
“L’Italia riesce a proteggersi dagli attacchi terroristici in soli due modi: l’elaborazione precisa dei segnali deboli che permette intercettazioni mirate e interventi preventivi e con la mafia”. E’ quanto dichiara un agente segreto, nome in codice Edera, al settimanale Panorama. La permeabilità del territorio meridionale alle organizzazioni criminali, sarebbe una difesa per le regioni del Mezzogiorno. Secondo l’agente, infatti, “Potenziali attentati potrebbero essere portati a segno solo da Napoli in su. Dal capoluogo partenopeo in giù la presenza delle organizzazioni criminali che controllano il territorio non permette la permeabilità dei terroristi nelle loro zone. Le cellule legate all’estremismo islamico possono solo attraversare quelle zone, ad esempio, la Sicilia, la Calabria, la Puglia e la Campania ma non è permesso loro di fermarsi. La Camorra, la ‘Ndrangheta e la Mafia possono semmai solo guadagnare dal loro passaggio ma, sanno che la presenza in loco di questi soggetti, potrebbe solo danneggiarli. E viceversa. Anche gli stessi terroristi sanno che il controllo sul territorio esercitato dagli stessi mafiosi, rischierebbe di farli entrare nel mirino degli investigatori”.
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Attentati Parigi, gli ultimi avvenimenti Cosa è successo ieri. fobia Isis

Attentati Parigi, gli ultimi avvenimenti
Cosa è successo ieri:

– Abdelhamid Abaaoud, mente degli attentati, è stato ucciso: il suo cadavere è stato ritrovato fra le macerie dell'appartamento a Saint Denis devastato da un blitz delle forze speciali.  La procura francese ha chiarito che il suo corpo è stato formalmente riconosciuto grazie alla comparazione delle tracce di campioni di DNA.-

– L'Eliseo presenterà una risoluzione all'Onu per "usare tutte le misure contro l'Isis". Una bozza di risoluzione messa a punto dal governo Hollande sarà presentata ai 15 membri dell'organismo del Palazzo di vetro dove si sollecitano gli Stati membri a "raddoppiare e coordinare le iniziative per prevenire e reprimere i gesti di terrorismo commessi in modo specifico dallo Stato islamico".

– E’ caccia a Salah, il super-ricercato fuggitivo. Allarme altissimo nella regione di Bruxelles. Gli agenti sono mobilitati da ieri sera dopo che i servizi segreti hanno diffuso la voce che davano Salah Abdeslam nei pressi di Anderlecht, a circa 5 chilometri dalla capitale belga.

– Blitz della polizia a Charleville. L’ultima operazione antiterrorismo delle forze francesi è avvenuta a Charleville, nelle Ardenne. Ha portato all’arresto di un uomo di nazionalità francese, convertitosi di recente all'Islam.

– Il premier Valls: “Rischio armi batteriologiche”. Il primo ministro transalpino evoca lo spettro degli attacchi con armi chimiche, in riferimento alla minaccia dei terroristi. Intanto l'Assemblea nazionale francese ha votato a favore della legge che prolunga di tre mesi lo stato di emergenza.

– Un giorno di ordinario allarmismo a Milano e Roma. Tre falsi allarmi bomba nella capitale e uno a Milano: a La Capitale solo ieri ha per due volte interrotto il servizio sulla linea A della metropolitana e una sulla linea C. Allarme anche a Milano alla fermata Duomo della linea 3 della metropolitana.

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venerdì 20 novembre 2015

Videomessaggio Scossa dell'ISIS stiamo " arrivando IN ITALIA CON LE CINTURE esplosiva"

Videomessaggio Scossa dell'ISIS stiamo " 
arrivando IN ITALIA CON LE CINTURE esplosiva"
"Veniamo, con esplosivo, con cinture esplosiva e tranquilli, non ci fermerete, Perché siamo Già lì, Perché Ormai siamo troppi, Più forti di Oggi Quanto lo fossimo prima".
I proclami have been resi noti a tempo debito di video pubblicati su Youtube Si fa appello ai combattenti Perche "si preparino e indossino le cinture esplosiva".
Il video non Lascia adito un Dubbi, Silla SUA Interpretazione. Nente giri di parole. Niente sottointesi. "Diciamo a tutti Gli Stati d'Europa Che subirete la STESSA sorte della Francia. Venite ABBIAMO Colpito la Francia Nella Sua Casa di Parigi, Così giuriamo di Colpire Roma e il cuore dell'America, Washington". 
Guarda il videomessaggio di shock, la Minaccia dell'Isis




SHOCK L’ITALIA ENTRA IN GUERRA, MA NON CE LO DICONO

 SHOCK L’ITALIA ENTRA IN GUERRA, MA NON CE LO DICONO

“La Francia ha chiesto aiuto e l’Europa unita risponde sì”. Così ha dichiarato Federica Mogherini, assieme al ministro francese della Difesa Jean-Yves Le Drian. E ha annunciato il sostegno “unanime” del Consiglio Difesa all’attivazione della clausola di difesa collettiva prevista dall’art. 42.7 del Trattato di Lisbona chiesta da Hollande.‎ In poche parole e senza girarci intorno, anche l’Italia sarà in guerra, anche l’Italia bombarderà. Ce lo chiede l’Europa. Lo dice il Trattato di Lisbona.






(Fonte http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/18/attentati-parigi-italia-in-guerra-perche-leuropa-lo-chiede-ma-la-costituzione-lo-vieterebbe/2232061/)

Attentati a Parigi, una donna si salva perché l'arma del terrorista si i...

Francesco: «Basta armi». Intanto nel 2015 la Francia ne ha vendute per la cifra record di 15 miliardi

Francesco: «Basta armi». Intanto nel 2015 la Francia ne ha vendute per la cifra record di 15 miliardi
di Lorenzo Maria Alvaro  7 ore fa

Mentre il Pontefice continua a puntare il dito sul mercato delle armi secondo le cifre pubblicate nel rapporto parlamentare sulle esportazioni di armamenti francesi, annunciate dal ministro delle difesa Jean-Yves Le Drian in persona, siamo nell’anno record e il comparto ha salvato migliaia di posti di lavoro e ridotto il deficit di budget. Il 21% dell'export transalpino raggiunge il continente nero

«Facciamo armi, così l’economia si bilancia un po’, e andiamo avanti con il nostro interesse. C’è una parola brutta del Signore: “Maledetti!”. Perché lui ha detto: “Benedetti gli operatori di pace!”. Questi che operano la guerra, che fanno le guerre, sono maledetti, sono delinquenti». Così, durissimo, Papa Francesco durante l'omelia della consueta messa mattutina nella cappella della sua residenza di Casa Santa Marta di qualche giorno fa. Con particolare attenzione agli armamenti: «C’è chi si consola dicendo: sono morti “solo” venti bambini. Siamo diventati pazzi! Milioni di morti e tanti soldi nelle tasche dei trafficanti di armi. Si producono armi per bilanciare le economie. Sarà un Natale truccato».

In molti hanno interpretato le parole del Papa come un attacco ai trafficanti d’armi, dimenticando, o facendo finta di dimenticare, il passaggio in cui il Santo Padre si riferise chiaramente alla produzione di armamenti.

A ribadire la pesantezza delle parole di Francesco ci sono le cifre pubblicate nel rapporto parlamentare sulle esportazioni di armi della Francia e annunciate dal ministro delle difesa in persona, Jean-Yves Le Drian con un’intervista a Journal du Dimanche.

 Nel 2014 Dassault Aviation, fiore all’occhiello dell’industria bellica francese, che produce i caccia Mirage 2000 e i caccia Rafale che proprio in queste ore bombardano intensamente Raqqa in Siria, ha totalizzato 8,21 miliardi di euro di guadagni, miglior risultato degli ultimi 20 anni, anche migliore dei risultati del 2009 (8,16 miliardi) e del 1998 (8,18 miliardi). Ma i record si sa sono fatti per essere battuti. Il ministro della difesa infatti ha spiegato come nel 2015 abbiano già totalizzato 15 miliardi di euro. La semplice conclusione la dà Laurent Collet-Billon, delegato generale sugli armamenti presso la Commissione Difesa francese, «l’anno 2015 sarà un anno record per le esportazioni di armi francesi».


Francois Hollande in Mali nel 2013
A chi vanno queste armi?
Soprattutto in quei paesi come Qatar, Arabia Saudita, Egitto, paesi in prima linea nella guerra globale provocata dal Daesh.

E si tratta di un mercato molto utile alle casse francesi: nel 2014 questo mercato ha ridotto il deficit di budget francese del 5-8% grazie alla creazione o alla preservazione di circa 27.000 impieghi nel settore armamenti.

Altro cliente di spicco l'Africa
E mentre in queste ore a Bomako in Mali sono stati sequestrate 170 persone in un hotel da estremisti islamici anche i dati sul commercio di armi in Africa diventano interessanti.

Secondo il dossier AfricaArmata di Nigrizia il principale fornitore di armi del Nord Africa dal 2009 al 2013 è la Francia con il 13% delle vendite totali. Il 42% delle importazioni globali africane però è nell'area subsahariana a cui la Francia destina il 21% proprio export armiero.

Negli ultimi 5 anni gli acquisti nel continente sono cresciuti del 45% con Algeria, Marocco e Sudan tra i principali compratori.

Di certo alla luce di questi dati le parole del Papa assumono un senso pieno e drammatico.

Bombe italiane all’Arabia Saudita: inaccettabile che per la Min. Pinotti sia “tutto regolare”

Bombe italiane all’Arabia Saudita: inaccettabile che per la Min. Pinotti sia “tutto regolare”

A seguito delle recenti dichiarazioni del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, secondo cui le forniture di bombe aeree all’Arabia Saudita sarebbero “regolari” e “nel rispetto della legge”, Rete Italiana per il Disarmo, Amnesty International Italia e l’Osservatorio OPAL di Brescia chiedono un incontro urgente con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per chiarire la posizione del Governo italiano sulle esportazioni di armamenti.
Fonte: Amnesty International Italia - OPAL - Rete Disarmo - 20 novembre 2015
“E’ inaccettabile che la ministro della Difesa, Roberta Pinotti, sostenga che sono regolari le fornitura di bombe e materiali militari italiani all’Arabia Saudita impegnata in un conflitto in Yemen senza alcun mandato da parte delle Nazioni Unite. Chiediamo un incontro urgente con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per chiarire la posizione del governo italiano sulle esportazioni di armamenti”. Lo scrivono in un comunicato congiunto la Rete Italiana per il Disarmo, Amnesty International Italia e l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Difesa e Sicurezza (OPAL) di Brescia
Volo armi cargo Arabia SauditaIn una intervista rilasciata ieri a margine di un convegno, il ministro Pinotti ha affermato, a proposito delle recenti spedizioni di bombe aeree fabbricate in Italia e inviate in Arabia Saudita, che “è tutto regolare per quanto riguarda le autorizzazioni” e che il Governo italiano “opera nel rispetto della legge”.
“La ministro Pinotti sa bene – commenta Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il Disarmo – che la legge n. 185 del 1990 vieta espressamente le esportazioni di tutti i materiali militari e loro componenti verso i Paesi in stato di conflitto armato e in contrasto con i principi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Segnalo al Ministro Pinotti che l’Arabia Saudita lo scorso 28 marzo ha formalmente annunciato alle Nazioni Unite il suo intervento militare in Yemen, ma non ha mai ottenuto dall’Onu alcuna autorizzazione né legittimazione. Il governo dovrebbe perciò sospendere immediatamente l’invio di materiali militari ai sauditi e rispondere in parlamento alle numerose interrogazioni che da mesi sono depositate” – conclude Vignarca.
Nei giorni scorsi è stata portata a termine una nuova spedizione da Cagliari di componenti di bombe prodotte negli stabilimenti RWM Italia di Domusnovas (in Sardegna) con destinazione Arabia Saudita.  E’ la terza consegna di ordigni militari del 2015, la seconda per via aerea che fa chiaramente intendere l’urgenza di approvvigionamento di materiale bellico da parte delle forze armate saudite.
“Si tratta di un carico di tonnellate di componenti di bombe italiane che è atterrato nella base militare della Royal Saudi Armed Forces di Taif – sostiene Giorgio Beretta dell’Osservatorio OPAL di Brescia. Ma non sappiamo – ed è anche questo che il governo dovrebbe chiarire – se si tratta di esportazioni che rispondono a nuove e recenti autorizzazioni o a quelle rilasciate negli anni scorsi (si veda l’allegato in pdf). Resta il fatto che ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall’Italia, come le bombe MK84 e Blu109, sono stati ritrovati in diverse città dello Yemen bombardate dalla coalizione saudita e che il nostro Ministero degli Esteri non ha mai smentito che le forze militari saudite stiano impiegando anche ordigni prodotti in Italia”.
Il giorno precedente, il Consiglio europeo si è dichiarato estremamente preoccupato per l'impatto delle ostilità in corso in Yemen, inclusi i bombardamenti e per gli attacchi indiscriminati contro le infrastrutture civili, in particolare le strutture sanitarie e le scuole. Il conflitto ha già causato più di 5.700 morti di cui almeno 830 tra donne e bambini e 20mila feriti provocando una “catastrofe umanitaria” con oltre un milione di sfollati e 21 milioni di persone che necessitano di urgenti aiuti.
Loghi firmatari comunicatoOltre ai bombardamenti mai autorizzati dalle Nazioni Unite, la monarchia saudita è inoltre responsabile di gravi e reiterate violazioni dei diritti umani: un’altra condizione che – secondo la legge n. 185/1990 – dovrebbe prevenire le esportazioni di materiali militari e di armi alle forze armate saudite.
“Ancora una volta ci dobbiamo occupare di questa situazione – dichiara Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia – ricordando i nostri reiterati appelli per istituire una commissione di inchiesta internazionale sui crimini di guerra commessi in Yemen e per una sospensione immediata dei trasferimenti di armi. Di fonte alla catastrofe umanitaria che sta avvenendo in Yemen chiediamo al Governo italiano di esplicitare la propria posizione di pronunciarsi con chiarezza”.
Rete Italiana per il Disarmo, Amnesty International Italia e l’Osservatorio OPAL di Brescia chiedono infine al Presidente Renzi ed al Ministro Gentiloni, che è titolare delle autorizzazioni all’esportazione di materiali d’armamento, di rispondere in Parlamento alle interrogazioni ricevute e a tutte le richieste della società civile.

Mali, jihadisti assaltano hotel: le riprese di un turista dopo l'attacco

Terrorista dell'Isis ucciso in diretta da un missile francese

Deputato sardo denuncia: “Bombe italiane in partenza per l’Arabia Saudita”



Deputato sardo denuncia: “Bombe italiane in partenza per l’Arabia Saudita”
Il parlamentare sardo Mauro Pili: "Migliaia di bombe saranno caricate in piena notte nel volo secretato cargo 747 per l'Arabia Saudita".

ITALIAULTIME NOTIZIE 18 NOVEMBRE 2015 20:29 di Davide Falcioni

"Stanotte, in piena notte, dall'aeroporto civile di Cagliari partirà un nuovo carico di morte. Migliaia di bombe saranno caricate in piena notte nel volo secretato cargo 747 per l'Arabia Saudita". A dare la notizia sulla sua pagina facebook è stato il parlamentare sardo Mauro Pili. Il deputato ha aggiunto: "State sottoponendo la Sardegna ad un rischio gravissimo. Basta giocare con le bombe sulla testa della Sardegna. È inaudito che si usi un aeroporto civile facendolo diventare un bersaglio di terrorismo e non solo".



Intervistato dal Fatto Quotidiano Pili ha aggiunto: “La richiesta di autorizzazione giunta all’Enac riguarda anche questa volta un cargo 747 della compagnia azera Silk Ways. Camion carichi di pallet pieni di bombe sono in partenza dallo stabilimento RWM di Domusnovas. La scelta di fare tutto di notte è dettata dall’esigenza di non dare nell’occhio come l’ultima volta. So per certo che questa nuova consegna, inizialmente prevista via mare a bordo della portacontainer Jolly Cobalto attesa al porto di Sant’Antioco, è stata velocizzata per l’urgenza di rifornimento del committente saudita”.


Ma a cosa servono le bombe che verranno spedite? Come è noto l'Arabia Saudita è in guerra con lo Yemen, anche se da molti è accusata di fiancheggiare persino i miliziani dello Stato Islamico. Non a caso Giorgio Beretta, osservatore dell'Opal di Brescia, spiega che “proprio ieri il Consiglio europeo si è dichiarato estremamente preoccupato per l’impatto delle ostilità in corso in Yemen, inclusi i bombardamenti e per gli attacchi indiscriminati contro le infrastrutture civili, in particolare le strutture sanitarie e le scuole. Questo nuovo carico di bombe, dopo quello partito a fine ottobre, dimostra l’urgenza dell’Arabia Saudita di ricevere forniture da impiegare prontamente in Yemen”.

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giovedì 19 novembre 2015

e come per magia

La denuncia: vigili occupano posto riservato agli invalidi nella sede del III Municipio

La denuncia: vigili occupano posto riservato agli invalidi nella sede del III Municipio
La foto denuncia è stata pubblicata sulla pagina Facebook del blog "Roma Fa Schifo". Lo scatto mostra una donna in carrozzina ferma di fronte ad una vettura della polizia municipale che occupa, in maniera inequivocabile, uno dei posti riservati ai portatori di handicap. Un'emergenza?


La foto denuncia è stata pubblicata sulla pagina Facebook del blog "Roma Fa Schifo". Lo scatto mostra una donna in carrozzina ferma di fronte ad una vettura della polizia municipale che occupa, in maniera inequivocabile, uno dei posti riservati ai portatori di handicap. Un'emergenza? Distrazione?  Siamo in III Municipio, più precisamente nel parcheggio esterno della sede di via Fracchia, dove si trovano gli uffici amministrativi e gli sportelli rivolti al pubblico del municipio. Ecco come commenta l'immagine Debora, la donna che l'ha scattata e poi inviata al noto blog: "Non posso parcheggiare con mia zia invalida in carrozzina perché loro occupano il posto invalidi. Vi sembra una cosa normale?".


Roma: allarme bomba a metro Lepanto, interrotta la linea A +++ ULTIM'ORA +++






Roma: allarme bomba a metro Lepanto, interrotta la linea A
Dopo gli attentati di Parigi è allerta massima per la sicurezza a Roma. Poco fa un pacco sospetto è stato individuato nella stazione Lepanto della linea A della metropolitana. Sul posto gli artificieri linea A interrotta tra Termini e Ottaviano.


ROMAULTIME NOTIZIE 19 NOVEMBRE 2015 12:12 di Valerio Renzi



Dopo gli attentati di Parigi è allerta massima per la sicurezza a Roma. Poco fa un pacco sospetto è stato individuato nella stazione Lepanto della linea A della metropolitana. La stazione è stata fatta evacuare e sul posto sono accorsi gli artificieri che stanno verificando il contenuto del plico che ha fatto scattare l'allarme. Per il momento la linea A della metropolitana è interrotta tra Termini e Ottaviano come misura precauzionale.

Altro allarme bomba nella capitale ieri sera in via Veneto, nell'area dell'ambasciata degli Stati Uniti, considerato uno degli "obiettivi sensibili". Strade chiuse e mobilitazione delle forze dell'ordine per perimetrale la zona. Fortunatamente il pacco sospetto abbandonato su di una panchina si è dimostrato essere perfettamente innocuo.

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mercoledì 18 novembre 2015

Strage Parigi: ecco le immagini dell'azione antiterrorismo della Polizia...

Che cosa accade esattamente in Siria?


Che cosa accade esattamente in Siria? 
Cosa spinge a far fuggire gli oltre quattro milioni di profughi? 

Analizzando la storia della zona possiamo capirlo molto meglio.
Per chi come me non ne capiva molto consiglio la visione di questo video così da acquisire la cultura necessaria per parlare di quello che sta realmente accadendo e capirne origine e motivi.

Attentati a Parigi, treni carichi di carri armati in giro per l’Italia

Attentati a Parigi, treni carichi di carri armati in giro per l’Italia

Attentati a Parigi, treni carichi di carri armati in giro per l’Italia

Carri armati in movimento in tutta Italia? Su Facebook stanno circolando molte foto di treni carichi di carri armatida varie zone d’Italia. Il collegamento con le ultime vicende di Parigi e i bombardamenti francesi in Siria è immediata dando vita ad una ondata di post, commenti e condivisioni.
Stiamo parlando di carri armati Ariete, mezzo da combattimento standard in dotazione alle forze dell’Esercito Italiano. Molto probabilmente, in una situazione normale questi convogli non avrebbero fatto tanto rumore, ma date le circostanze post strage di Parigi. La vicenda diventa sempre più misteriosa e sono già due le spiegazioni che circolano.
La prima tende a stemperare inutili allarmismi, infatti, questi trasporti “eccezionali” sono molto più frequenti di quanto si possa pensare. I carri armati vengono, generalmente, spostati in caso di esercitazioni o trasferimento tra caserme ma, vista l’aria di tensione che sta attraversando l’Europa è meglio tenere gli occhi aperti. Pare che il convoglio sia partito dal sud Italia (infatti uno dei primi avvistamenti è stato fatto alla stazione di Lamezia Terme, in Calabria) poi sia passato per la stazione di Roma Termini per essere poi avvistato nelle stazioni di Orte (VT), Falconara (AN), Senigallia (AN), Bologna e Padova. Secondo questa versione i carri armati erano diretti a Capo Teulada, in Sardegna. Ma allora perché attraversare la linea Adriatica?
Secondo un’altra versione, che desterebbe molta più preoccupazione, i carri armati sarebbero diretti verso la Francia, a seguito di una presunta richiesta del presidente Hollande di forze militari UE. Se confermato, questo scenario sarebbe davvero molto preoccupante per i destini dell’Europa e del Mondo intero.
In ogni caso, la reazione emozionale nel vedere treni carichi di carri armati passare da parte di tutti coloro che li hanno visti è stata molto forte. E’ facile il nesso con gli attentati di Parigi e credere che sia cominciato un movimento di truppe e di mezzi pesanti nella prospettiva di una imminente operazione di guerra. E’ di pochi giorni fa, infatti, la dichiarazione del presidente francese Hollande , che ha definito gli attentati di venerdi scorso “un atto di guerra” e della sua richiesta di attivare, a seguito degli attentati di Parigi, l’articolo 42.7 del Trattato di Lisbona sul funzionamento dell’Ue. L’articolo in questione prevede il sostegno militare degli altri Stati membri in caso di aggressione.
Fantapolitica? Forse, ma è un fatto che si stanno ripetendo episodi sconcertanti, come i convogli ferroviari carichi di carri armati di ieri in giro per l’Italia e il recenteallineamento di navi militari di fronte la costa calabrese. In tutti i casi emerge il silenzio dei media, degli organi militari delle autorità locali; probabilmente, e non si hanno motivi di dubitare, si tratta di ordinaria amministrazione, ma la coincidenza di questa “iperattività” militare nel nostro Paese con lo spirare di venti di guerra sempre più forti è inquietante.

martedì 17 novembre 2015

Hannover, Germania-Olanda è annullata La polizia: "Rischio attentato din...

TERRORE CON ALTRO TERRORE -FRANCIA ATTACCA LA SIRIA 15 NOVEMBRE 2015


FRANCIA ATTACCA LA SIRIA 15 NOVEMBRE 2015

Botta dell'ISIS risposta dei Francesi, peggio dei bambini dell'asilo, però c'è una differenza, che qui si gioca con la vita delle persone, io non giustifico sia gli attentati ha Parigi sia i bombardamenti in Siria.
1. Perché sicuramente in Siria adesso ci saranno solo i civili e non i terroristi
2. Saranno sicuramente in Francia secondo alcune fonti che ho letto su internet, c'è ne sarebbero 2000     i potenziali jihadisti francesi pronti ad arruolarsi con l'Isis.
3. Saranno sparsi per l'Europa.
Quindi l'attacco Francese in Siria e stato una sbaglio imperdonabile, se i Francesi avessero avuto almeno l'intelligenza di non dire niente hai media dei bombardamenti ha l'ISIS in Siria, ed soprattutto avrebbe dovuto impedire hai media di non parlarne proprio dell'Isis.
Cosi uno, la fobia che si sta creando per colpa di questo terrorismo svanirebbe, ed loro (cioè i jihadisti) perderebbero i futuri arruolati.
Perché loro sono molto bravi a comprarsi magari ragazzi di 18 25 anni, che non hanno un lavoro, orfani, ex tossici dipendenti, oppure persone che hanno perso il lavoro.
Ultima cosa, secondo me bisogna privarli sia di rifornimenti armi, sia rifornimenti biveri, se invece vogliono come pare la 3 guerra mondiale, continuiamo in questo modo che cosi si che ci porterà alla pace, pace di distruzione di massa.

                                                        NRSGHenry1985


Registrazioni segrete e trascrizioni al centro dello scandalo AbilityOne / SourceAmerica.


Oggi, 16 Novembre 2015 08:30 EST, Wikileaks pubblica le 30 ore di registrazioni segrete e trascrizioni al centro dello scandalo AbilityOne / SourceAmerica.
Tredici presidenziali Incaricati (dieci Obama, tre di Bush) sono coinvolto in un multi-miliardi di scandalo di corruzione dollaro che è sondato dal Dipartimento di Giustizia americano e quattro ispettore generali. Gli incaricati supervisionano il programma del governo federale $ 3 miliardi all'anno "AbilityOne" che si propone di pagare per l'impiego di più di 50.000 persone disabili - il più grande programma del genere negli Stati Uniti. La maggior parte di quei soldi, 2300000000 $ l'anno, è incanalati attraverso il SourceAmerica senza scopo di lucro a più di 1000 altre organizzazioni partner designati.Questo lavoro disabile sovvenzionata viene quindi posto (a pagamento) con il governo e l'industria. La maggior parte del lavoro viene spinto al settore militare, tra cui il ministero della Difesa, Northrop Grumman, Lockheed Martin e Boeing - che sono anche "patroni" della SourceAmerica. Si afferma che quasi la metà dei $ 2.3billion un anno non va per i disabili gravi, ma è rorted spingendo i soldi per favorito corrotto organizzazioni di collocamento che reclutano il normodotati o leggermente disattivati ​​invece del mandato il 75% gravemente disabile. Il risultato è miliardi di tasse payer finanziato sussidi di lavoro e un aumento dei profitti per le organizzazioni di collocamento.
I 26 nastri sono registrate le conversazioni tra Jean Robinson (consulente legale di cavo di SourceAmerica) e Ruben Lopez (CEO di Bona Fide Conglomerato Inc., una delle organizzazioni di collocamento) che discutere la presunta corruzione.

Dietro le quinte di un McDonald servizio fotografico

Vi siete mai chiesti come mai i panini di McDonald's che mangiano nei fast food non sono per niente uguali a quelli che vediamo nelle pubblicità sui giornali o in televisione? Non immaginerete mai cosa c'è realmente dietro. Il video che andrete a vedere è stato girato direttamente da McDonald's Canada che ha deciso di assecondare la domanda di un consumatore proprio riguardante l'aspetto molto diverso dei panini i pubblicità e venduti realmente. E' da apprezzare l'iniziativa del numero uno dei fastfood americani, possiamo definirla: "operazione trasparenza". Del resto se un cibo non risulta appetitoso in pubblicità nessuno andrà in un ristorante a comprarlo. Proprio per questo motivo le grandi multinazionali del cibo si affidano alle mani esperte di food designer e maghi del fotoritocco.

lunedì 16 novembre 2015

Report Finché c'è guerra c'è speranza

Report Finché c'è guerra c'è speranza

ANCHE L'ITALIA C'E' DI MEZZO AI TRAFFICI DI ARMI

Sembra incredibile, ma in Italia c’è chi di giorno indossa i panni del fruttivendolo e la notte gioca a fare la guerra. Un filo rosso che parte da un paesino in provincia d’Imperia e arriva fino a dentro i palazzi di Agusta Westland - Finmeccanica. Nell’inchiesta realizzata da Sigfrido Ranucci, un trafficante d’armi svela alcuni dei meccanismi con i quali le armi arrivano nei paesi africani e in Medio Oriente. Il trafficante racconta anche dell’addestramento fatto sotto copertura nello Yemen dai militari italiani, finalizzato a preparare guerriglieri arabi da utilizzare in funzione anti Isis. Finito l’addestramento, però, nel giro di poche ore i combattenti sarebbero passati nelle fila dei terroristi. Dall’inchiesta emerge soprattutto la storia di una struttura clandestina dedita all’arruolamento di contractor e all’addestramento di milizie. Una struttura formata da un ex camionista e rappresentante di aspirapolveri, coinvolto in passato in un traffico d’armi; un fruttivendolo sospettato di essere il punto di riferimento di Michele Zagaria, il più feroce dei capi del clan dei Casalesi; un colonnello dell’aeronautica in congedo; ex membri della legione straniera ed ex carabinieri. Tutti insieme, coordinati da un ex promoter della Mediolanum, avrebbero partecipato, con vari ruoli, a un progetto di addestramento di milizie su richiesta di un somalo che ha vissuto a lungo in Italia. Ufficialmente la finalità dell’addestramento sembra essere quella di formare milizie anti pirateria da utilizzare nei mari adiacenti il corno d’Africa. Ma è così? E perché il somalo utilizza una struttura clandestina invece di quelle ufficiali per realizzare il suo progetto? Sullo sfondo emerge il sospetto e il rischio che queste milizie possano confluire nelle fila delle organizzazioni terroristiche. Dall’inchiesta emerge anche che l’ex promoter della Mediolanum cercherebbe di piazzare in paesi sotto embargo elicotteri prodotti da Finmeccanica - Agusta, su incarico di Andrea Pardi, cioè del manager della società Italiana Elicotteri che si è reso protagonista circa un mese fa dell’incredibile aggressione al nostro inviato Giorgio Mottola. Pardi, per vendere a paesi in conflitto o sotto embargo, si sarebbe fatto aiutare da politici insospettabili.

Attentato terroristico Parigi il complotto