sabato 5 dicembre 2015

IL VIDEO PERICOLOSO CENSURATO SU JOVANOTTI CHE LE TV NON FANNO VEDERE

Coldiretti: Italia invasa da olio di oliva tunisino

Coldiretti: Italia invasa da olio di oliva tunisino


BARI. L'Italia è invasa da olio di oliva tunisino con le importazioni dal Paese africano che sono aumentate del 734% nel 2015, pari ad otto volte le quantità rispetto allo scorso anno. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi, presentata oggi in occasione della Giornata nazionale dell'extravergine italiano.
Quest'anno si sono registrati sbarchi record di olio dalla Tunisia che diventa il terzo fornitore dopo la Spagna, che perde terreno anche a favore della Grecia, con l'aumento del 517% delle spedizioni elleniche verso l'Italia nello stesso periodo. "Il risultato è che nel 2015 - precisa la Coldiretti - l'Italia si conferma il principale importatore mondiale di olio di oliva nonostante l'andamento positivo della produzione nazionale".
Una situazione che rischia, secondo la Coldiretti, di peggiorare ulteriormente dopo il via libera annunciato dalla Commissione Europea all'aumento del contingente di importazione agevolato di olio d'oliva dal paese africano verso l'Unione europea fino al 2017, aggiungendo ben 35mila tonnellate all'anno alle attuali circa 57mila tonnellate senza dazio già previsti dall'accordo di associazione Ue-Tunisia.
Il rischio concreto - sostiene la confederazione agricola - è il moltiplicarsi di vere e proprie frodi come sembrano dimostrare le recenti indagini aperte dalla Magistratura e dall'Antitrust ma anche di inganni, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali. Sotto accusa la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicare per legge l'origine in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009.

Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è però quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere - sottolinea la Coldiretti - le scritte "miscele di oli di oliva comunitari", "miscele di oli di oliva non comunitari" o "miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari" obbligatorie per legge nelle etichette dell'olio di oliva

giovedì 3 dicembre 2015

Questa casa costa davvero poco e viene costruita solamente in 4 giorni, fantastica!

Questa casa costa davvero poco e viene costruita solamente in 4 giorni, fantastica!



Questa casa ha un costo davvero irrisorio, solamente 37.000€ ed viene realizzata in soli 4 giorni. Economica ed innovativa, può essere smontata e spostata ovunque a proprio piacimento. Che ne dite di questa nuova invenzione? I materiali utilizzati sono molto semplici e grazie all’inventiva di questo studio la casa ha un costo così irrisorio perché viene costruita con materiali riciclati. Dal legno alla schiuma di grafite tutta la casa è costruita per fornire calore e protezione per un progetto straordinario. Ecco cosa è venuto fuori alla fine del progetto, una casa davvero all’avanguardia. Un progetto degno di nota, che potrebbe essere molto utile in futuro per delle case economicamente e ecologicamente sostenibili.

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Ha una lingua lunghissima con cui riesce a toccarsi il naso e il gomito

Sparatoria a San Bernardino, la paura in casa: "Restate dentro, qui spar...

La testimonianza dell’autista di Salah Abdeslam: “Mi disse sono bruciato, cambierò faccia”

La testimonianza dell’autista di Salah Abdeslam: “Mi disse sono bruciato, cambierò faccia”



Uno degli uomini arrestati in Belgio con l'accusa di aver facilitato la fuga dell'attentatore di Parigi: "Non sapevo cosa avesse fatto, ho fatto solo un piacere ad un amico"
"Il mio nome è ovunque e ormai sono bruciato, cambierò faccia, dimenticatemi", così si sarebbe espresso Salah Abdeslam, uno dei terroristi degli attentati di Parigi del 13 novembre ora ricercato in tutto il mondo, parlando con un amico incontrato in Belgio e che gli ha fatto da autista. Secondo quanto rivela il quotidiano francese Le Monde, è quanto avrebbe rivelato agli inquirenti belgi un 31enne francese di origini marocchine e residente in Belgio, arrestato con l'accusa di essere stato uno degli uomini che ha facilitato al fuga di Salah Abdeslam dopo gli attentati parigini. Sempre secondo il quotidiano che riporta le carte dell'interrogatorio, il 31enne, di nome Ali, arrestato il 22 novembre durante una vasta operazione antiterrorismo in Belgio, in un primo momento avrebbe regato ogni addebito ma subito dopo avrebbe raccontato tutto parlando di questa conversazione.

L'uomo ha raccontato di aver ricevuto una telefonata dal suo amico Hamza Attou e di essere andato a prenderlo con la propria auto trovando anche Salah dopo la loro notte di viaggio da Parigi a Bruxelles. Insieme a loro si sarebbe recato in un bar a prendere un caffè. Durante la conversazione al bar Alì dice di aver chiesto a Salah se avevano a che fare con i fatti di Parigi e di aver ottenuto la confessione del terrorista ricercato. Ali ha riferito di aver chiesto perché avessero chiamato lui e Salah gli avrebbe risposto che era perché lui era un amico di suo fratello Brahim Abdeslam, che si è fatto esplodere davanti ad un bar a Parigi. Alì infine ha spiegato di aver riaccompagnato Salah in un'altra strada senza sapere più nulla di lui. L'uomo dunque sottolinea il suo suolo di semplice tassista, fatto come un "favore ad un amico" senza sapere cosa avesse fatto, ma la polizia per il momento lo ritiene non attendibile e lo ha incriminato per terrorismo.

Pensioni: nessuna rivalutazione nel 2016

Pensioni: nessuna rivalutazione nel 2016



Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato la percentuale di perequazione delle pensioni erogate dal 1 gennaio 2016: è pari allo 0,00%. Nessun rivalutazione, nessun aumento delle pensioni è ora previsto dal 2016. Anzi i pensionati dovranno restituire lo 0,1% già incassato nel 2015. Vediamo perché.
Le pensioni erogate dall'Inps dal 1 gennaio 2016 non saranno rivalutate. Per l'anno prossimo non ci sarà nessun aumento dell'importo pensionistico per effetto della consueta perequazione delle pensioni. Per la prima volta dopo 20 anni, non ci sarà nessuna rivalutazione delle pensioni.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha infatti pubblicato il Decreto 19 novembre 2015, in Gazzetta Ufficiale del 1 dicembre 2015, con il quale ha comunicato che la percentuale provvisoria di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni è pari allo 0,00%. Ciò significa che le pensioni erogata da gennaio a dicembre 2016 saranno sostanzialmente di importo identico a quelle del 2015. Nessun aumento automatico legato all'aumento del costo della vita.
Il Ministero ha quindi stimato nello 0,00% la variazione positiva degli ultimi 3 mesi dell'anno, calcolata sui primi 9 mesi del 2015. La percentuale è provvisoria e quindi potrebbe subire modifiche. Va considerato che negli ultimi 20 anni si è passati da una perequazione del 5,4% del 1995 fino a scendere allo 0,00% dal 2016.
Proprio per la mancata perequazione ci sarà una conseguenza negativa per i pensionati: dovranno restituire lo 0,1% in più incassato nel 2015. E ciò scatenerà non poche polemiche.

La rivalutazione delle pensioni, dall'altro lato, arriverà con gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2015 per coloro che hanno una pensione superiore a 3 volte il trattamento minimo. Ma anche in questo caso l'importo effettivamente erogato è ridotto rispetto a quello realmente spettante.

Sparatoria California: sospettato a terra ucciso dalla polizia

Sparatoria California, inseguimento del Suv in diretta tv:

mercoledì 2 dicembre 2015

ISIS Fail! Combattente Blows se stesso in RPG Video

Sesso sulla terrazza del ristorante: la coppia non si ferma nemmeno coi ...

La Cassazione: articolo 18 e licenziamenti anche nel pubblico impiego 2 DICEMBRE 2015

La Cassazione: articolo 18 e licenziamenti anche nel pubblico impiego


Licenziamenti e le tutele crescenti modificata da uno dei decreti Jobs Act, si applica anche nel pubblico impiego. Lo dice la Cassazione in una recente sentenza, dove chiarisce però che l’origine dell’applicazione è in una norma del 2001. Vediamo quali sono gli effetti.

L’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori si applica anche per i licenziamenti nel pubblico impiego. La Cassazione con una sentenza ha quindi confermato che si applica anche agli statali il nuovo articolo 18, la normativa sui licenziamenti, come modificato dai Decreti del Jobs Act.

Ciò significa che i dipendenti pubblici, se licenziati, hanno diritto al reintegro nel posto di lavoro solo in casi eccezionali (se il licenziamento viene considerato discriminatorio o in alcuni casi di licenziamenti disciplinari). E che quindi l’amministrazione pubblica dalla quale dipendono può sostanzialmente licenziare per giustificato motivo o per giusta causa.

Ebbene, in questi mesi, il Governo Renzi ha più volte rassicurato i dipendenti pubblici sulla circostanza che il Decreto Legislativo n. 23 del marzo 2015 in materia di tutele crescenti e nuovo articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori si applicasse solo nel settore privato.

La Cassazione in recente sentenza (qui il testo integrale) spiega però l’applicazione dello Statuto dei Lavoratori, Legge n. 300 del 1970, e del relativo articolo 18 sui licenziamenti, ai dipendenti pubblici, ha origine diverse dal Jobs Act. In sostanza non è dall’emanazione dei decreti del Jobs Act che l’art. 18 si applica ai dipendenti pubblici.


Si legge nella sentenza che il “tenore equivocabile dell’art. 51 del Decreto Legislativo n. 151 del 2001 prevede l’applicazione anche al pubblico impiego cosiddetto contrattualizzato della legge n. 300 del 1970 e successive modificazioni e integrazioni”. Pertanto la Cassazione collega l’applicazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori già ad una norma del 2001.

Articolo 51 – Disciplina del rapporto di lavoro, comma 2: La legge 20 maggio 1970, n.300, e successive modificazioni ed integrazioni, si applica alle pubbliche amministrazioni a prescindere dal numero dei dipendenti.

Infatti, si legge nella sentenza: “Dunque, è innegabile che il nuovo testo dell’art. 18 dell’art. 18 legge 300/70, come novellato dall’art. 1 della legge 92/2012 (Riforma Fornero), trovi applicazione ratione temporis al licenziamento per cui è processo e ciò a prescindere dalle iniziativa normative di armonizzazione previste dalla cosiddetta Legge Fornero”.

In sostanza l’applicazione dell’articolo 18 ai dipendenti pubblici era già prevista da tempo. Non solo, la Cassazione ci tiene a ribadire che non contano tutti gli sforzi del Governo per modificare la tutela sui licenziamenti escludendo dall’applicazione i dipendenti pubblici.

E’ da precisare che la Cassazione fa riferimento ai dipendenti pubblici contrattualizzati, quindi tutti i dipendenti statali e locali, ma esclusi i professori, i magistrati ed i militari.

Nel Jobs Act va detto, manca un esplicita esclusione dei dipendenti pubblici dalla disciplina dei licenziamenti. Il Ministro Madia continua a sostenere che l’articolo 18 non si applica al pubblico impiego, ma ciò è smentito dalla giurisprudenza. Lo stesso Ministro della Pubblica amministrazione promette però che nel testo unico sul pubblico impiego ci sarà un chiarimento esplicito riguardo all’applicazione delle tutele crescenti ai dipendenti pubblici.

E su questo punto sorge un altro problema che riguarda la parità di trattamento dei lavoratori del settore privato e del settore pubblico. Si potrebbero infatti creare dei profili anticostituzionali laddove una norma crei una discriminazione tra lavoratori pubblici e privati, con l’intervento della Corte Costituzionale.

continua su: http://job.fanpage.it/la-cassazione-articolo-18-e-licenziamenti-anche-nel-pubblico-impiego/
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martedì 1 dicembre 2015

Tassa sul telefonino: i nuovi prezzi confermano che la paghiamo noi

Tassa sul telefonino: i nuovi prezzi confermano che la paghiamo noi

Oltre 5 euro per uno smartphone, 9 per una chiavetta e fino 20 per un hard disk. L’equo compenso, un sovrapprezzo su svariati dispositivi tecnologici a favore della Siae, grava sul consumatore: i nuovi prezzi dei dispositivi Apple e Samsung lo confermano. Firma perchè venga bloccata.
Grava sui consumatori la "tassa sul telefonino", prevista da un decreto del ministro per i Beni e le Attività Culturali Franceschini. Si tratta del sovrapprezzo su svariati dispositivi tecnologici (vedi tabella qui sotto), destinato ad arricchire di fatto solo le casse della Siae. Si tratta di una vera e propria tassa su smartphone e tablet che passano entrambi a 4 euro, e che andrà ad appesantire la spesa dei consumatori italiani per dispositivi e strumenti tecnologici per oltre 100 milioni di euro all'anno. Forti delle molte firme raccolte alla nostra petizione, ricorreremo al Tar e chiediamo al Governo di fare marcia indietro. Sostienici in questa battaglia e firma la nostra petizione.

Quanto ci costa: i primi effetti
La prima prova provata ci arriva direttamente dalla Apple. Se si prova a fare un giro sul sito dell’azienda di Cupertino e ad acquistare un iPhone, ci si trova dinanzi agli occhi i prezzi ritoccati all'insù:
La differenza è minima, si tratta solo di pochi euro, ma si notano tutti. L’iPhone 5s 16 GB è passato da 729 euro, quello da 32 GB da 839 a 843,76 e quello da 64 GB da 949 a 954,25. Non va meglio nemmeno con gli altri prodotti, come iPad e MacBook Air, dunque si può ufficialmente dire che Apple ha alzato i prezzi di molti dei suoi prodotti proprio in conseguenza delle nuove tariffe dell’equo compenso. Infatti, sullo store online, andando avanti con la procedura d’acquisto di un iMac, ad esempio, all’ultima pagina compare la dicitura “Include tassa su copyright di € 4,00”. Anche Samsung, dal canto suo, si sta preparando a un prossimo aumento dei prezzi dei prodotti. I rincari riguarderanno diversi prodotti di fascia alta e bassa: smartphone e hard disk, ma anche tablet e tv.
Ovviamente gli aumenti saranno generalizzati e noi di Altroconsumo terremo sotto controllo costante anche i prezzi delle altre marche, invitando i lettori a segnalarci anomalie e riscontri in questo senso. Un discorso un po’ diverso va fatto però per altri brand, per i quali sussiste una variabilità di prezzo, dovuta a offerte e promozioni, che può arrivare anche al 100%. Dunque, in questi casi, la componente attribuibile all’aumento dell’equo compenso potrebbe essere bilanciata da ribassi continui ed essere meno visibile, ma comunque a carico del consumatore. Ciò significa che l’ulteriore effetto collaterale di questa imposizione sarà quello di ridurre anche le diminuzioni dei prezzi di cui, in sua assenza, i consumatori al contrario beneficerebbero.
Ecco di quanto aumenteranno i dispositivi
In questa tabella puoi vedere gli aumenti che sono previsti sui principali dispositivi o supporti di registrazione. Si tratta di aumenti che, nonostante il Ministero sostenga il contrario, ricadranno inevitabilemente sul consumatore finale, esattamente come è accaduto per i passati adeguamenti dell'equo compenso.

Dispositivo
Aumento
Smartphone e tablet
da 3 € (quelli da 8GB) a 5,20 € (quelli da 32GB)
Tv con funzione di registrazione
4,00 €
Computer
5,20 €
Telefonini non spamrtphone
0,50 €
Hard disk
0,01 € per ogni GB (fino a un massimo di 20 €)
Schede di memoria
0,09 € per ogni GB (fino a un massimo di 5 €)
Chiavette usb
0,10 € per ogni GB (fino a un massimo di 9 €)
Di cosa si tratta?
L’equo compenso non è altro che il risarcimento alla Siae (Società italiana autori ed editori) per i mancati introiti derivanti dalle copie private di canzoni, film e tutto ciò che rientra nella fascia di prodotti coperti da diritto d’autore. Il motivo principale sta nelle migliaia di copie private, in genere conservate nelle memorie di massa (hard disk, chiavette, cd vergini…) che girano in tutti i dispositivi in grado di immagazzinare dati. Da qui l’idea di tassare proprio questi dispositivi mentre il nome “equo compenso” deriva dal fatto che si tratta di soldi che la Siae dovrebbe ridistribuire ad autori ed editori, ma che in realtà vanno soprattutto agli artisti più noti e importanti mentre gli altri prendono poco o nulla.
Perché pagare due volte?
Il meccanismo dell’equo compenso è sostanzialmente ingiusto: i consumatori che acquistano musica e film legalmente da piattaforme online, pagano infatti già a monte i diritti d'autore per poterne fruire (e fare copie) su un certo numero di supporti: non ha alcun senso quindi far pagare una tassa anche su questi ultimi e di fatto costringere l'utente a pagare due volte. Inoltre, il precedente ministro Bray, anche grazie alle prime 10 mila firme della nostra petizione, aveva commissionato un’indagine ad hoc sulle abitudini dei consumatori per verificare se davvero le copie private di opere musicali e cinematografiche fossero cresciute negli ultimi tre anni tanto da legittimare addirittura un aumento di ben 5 volte l’equo compenso, come ha preteso la Siae. Questa indagine, resa pubblica, ha dimostrato che solo il 13% dei consumatori fa effettivamente copie private e di questi solo 1 terzo usa smartphone e tablet per archiviarle, per cui, se proprio deve essere aggiornato, l’equo compenso va sensibilmente ridotto.
fonte: http://www.altroconsumo.it/hi-tech/cellulari/news/equo-compenso-firma-la-petizione

Istanbul, violenta esplosione in una stazione della metro: i primi soccorsi

Tra Kylie Jenner e Tyga ci si mette la trans Mia Isabella

Tra Kylie Jenner e Tyga ci si mette la trans Mia Isabella, lui avrebbe perso la testa
La pornostar trans Mia Isabella continua a destabilizzare il rapporto tra Tyga e Kylie Jenner confermando di essere andata a letto con il rapper. Lui smentisce e la Jenner conferma in tv di stare ancora con lui.

27 NOVEMBRE 2015



Chi non perderebbe la testa per un fondoschiena come quello nella foto a destra? Forme bombastiche ed attraenti, ma sono quelle di Mia Isabella, pornostar del genere "transexual". Proprio la transgender avrebbe fatto invaghire Tyga che con lei ci sarebbe stato a letto, tradendo Kylie Jenner, la più piccola delle sorelle della dinastia Jenner-Kardashian. Il rapper si è difeso in tutti i modi nei giorni scorsi, allontanando paparazzi e comunicando attraverso social e portavoce che le parole di Mia Isabella sono deliri di una povera pazza, ma intanto lei continua a provocare con dichiarazioni a distanza. Del resto Mia Isabella si è inserita anche nello scandalo che ha coinvolto Charlie Sheen: anche lei sarebbe andata a letto con l'attore risultato positivo all'HIV nel 2011.

Intanto Kylie Jenner e Tyga non sarebbero ai ferri corti, almeno è quanto si è evinto dopo l'intervista-ospitata che la "piccola" ha fatto da Ellen DeGeneres. La frizzante conduttrice ovviamente non ha potuto fare a meno di porre alcune domande sulla sua relazione con il rapper, ma Kylie ha risposto in maniera molto disinvolta:


Siamo stati migliori amici prima di stare insieme. Penso questo, è bello che abbiamo questo tipo di rapporto e sì, ci frequentiamo, la viviamo giorno dopo giorno, stiamo ancora insieme. Ecco.

Una dichiarazione che vale più di mille parole, nonostante la possibilità che Tyga possa essere andato a letto con una transgender che non fa nulla per tenere nascosto il segreto del "vizietto" del rapper. Tyga, intanto, continua a difendersi: "Solo chiacchiere", ma Mia Isabella continua a provocare con dichiarazioni velenose atte a destabilizzare l'ambiente. Il rapper Tyga è davvero andato a letto con lei? Ha davvero tradito Kylie Jenner con una pornostar del genere transessuale? Dove sta la verità?

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Fidanzatini killer ad Ancona, anche il padre della 16enne è morto, ULTIMA ORA

Fidanzatini killer ad Ancona, anche il padre della 16enne è morto
Lo scorso 7 novembre Antonio Tagliata, 18 anni, aveva ucciso la moglie di Fabio Giacconi e mandato quest'ultimo in coma. Stamattina il decesso del 49enne all'ospedale di Torrette. La coppia era contraria al fidanzamento della ragazzina.

 1 DICEMBRE 2015

Dopo circa 20 giorni di agonia, alle ore 11,30 di oggi, all’ospedale di Torrette ad Ancona, è deceduto Fabio Giacconi, il papà della sedicenne accusata insieme al suo fidanzato diciottenne Antonio Tagliata di aver sparato ai genitori nel primo pomeriggio del 7 novembre. Il giovane aveva fatto irruzione nella casa assieme alla ragazza, minorenne, facendo fuoco contro entrambi genitori di lei. La madre, Roberta Pierini, era morta sul colpo. Giacconi, 49 anni, era stato ricoverato in condizioni gravissime. Un coma irreversibile dal quale non si è mai più ripreso. Questa mattina, la morte in ospedale.

I fidanzatini killer

Tagliata e la sua fidanzatina si sono più volte palleggiati la colpa dell'aggressione (definita "un'esecuzione" per il gip Antonella Marrone). Ora sono entrambi indagati per omicidio. I carabinieri li avevano fermato insieme alla ragazza nella stazione di Falconara marittima. Il 18enne aveva confessato subito le sue responsabilità in quello che oggi è diventato duplice omicidio. "Volevo solo un chiarimento con i genitori della mia ragazza, ma il padre ha avuto un atteggiamento aggressivo, sprezzante, offensivo" si era poi difeso il giovane. Il movente, si sarebbe poi scoperto, starebbe nella storia d'amore tra i due giovani avversata da entrambi i genitori di lei. Ora entrambi cadavere.

L'omicidio di Ancona
La prima vittima, Roberta Pierini, coetanea del marita, lavorava come impiegata. Fabio Giacconi, era sottufficiale dell’Aeronautica militare di stanza a Loreto. I coniugi sono stati raggiunti da diversi colpi di pistola, una calibro 9X21 "comprata per 450 euro da un albanese" aveva detto Tagliata. La donna sarebbe stata ferita ad un fianco e a un braccio, e finita con un colpo alla testa. L'uomo colpito mentre tentava la fuga dal balcone di casa. "Quando Antonio ha sparato sono rimasta impietrita: non doveva finire così. Eravamo andati dai miei per un chiarimento…. Dopo ho seguito Antonio perché avevo paura" erano state le parole della 16enne, che poi, in lacrime, aveva chiesto al magistrato: "Come sta papà?".

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lunedì 30 novembre 2015

Parigi, violenti scontri alla marcia mondiale sul clima

Parigi, al via la conferenza sul clima Cop21. Hollande: “Il mondo ci guarda”

Parigi, al via la conferenza sul clima Cop21. Hollande: “Il mondo ci guarda”
Migliaia di giovani ieri hanno manifestato ieri contro la conferenza delle Nazioni Unite sul clima: scontri con la polizia e 174 arresti.


UPDATE ore 12.20 – La conferenza Cop21 ha avuto inizio con il segretario generale dell'Onu che ha chiesto di osservare un minuto di silenzio in onore delle vittime della strage di Parigi. E' stata quindi la volta di Hollande, che ha parlato di "un'immensa speranza che non abbiamo il diritto di deludere. È una sfida che non dobbiamo perdere perché si tratta di un miliardo di essere umani che ci guarda". I cambiamenti climatici e il surriscaldamento del pianeta, "crea conflitti, crea più migrazioni delle guerre. Dobbiamo intervenire in nome della giustizia climatica. Quello che è in gioco in questa conferenza è la pace perché rischiamo una guerra per l'accesso all'acqua. Il mondo non ha mai affrontato una sfida così grande come quella sul futuro del pianeta, della vita. Qui non bastano le dichiarazioni di intenti, noi a Parigi siamo a un punto di rottura e di partenza per una trasformazione mondiale", ha proseguito il capo dell'Eliseo. "Abbiamo l'oppportunità di creare uno sviluppo con le energie rinnovabili, il trasporto pulito e la biodiversità. Dobbiamo costruire un modello basato sulla cooperazione, in cui sia più conveniente preservare che distruggere".

Saranno dodici giorni determinanti per riscrivere le regole e arginare il cambiamento climatico provocato dall'inquinamento umano, un fenomeno tra l'altro strettamente legato agli imponenti flussi migratori con cui i paesi europei hanno avuto a che fare negli ultimi mesi. La ventunesima conferenza delle Nazioni Unite sul clima, chiamata Cop21, ha preso ieri il via ufficiale da Parigi ma solo oggi avranno inizio i dibattiti e negoziati per cercare di limitare le emissioni di gas serra ed altri agenti inquinanti, conciliando questa esigenza ormai impellente con le legittime spinte allo sviluppo e alla crescita soprattutto da parte dei colossi dell'economia. I potenti della terra discuteranno fino all'11 dicembre con l'obiettivo di raggiungere un accordo vincolante, ed è per questo che – a differenza della conferenza di Copenaghen – stavolta i capi di stato e di governo apriranno i dibattiti e porteranno fin da subito contributi alla discussione.

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Clienti narcotizzati con latte di mandorla e rapinati da massaggiatrice hot: arrestata

Clienti narcotizzati con latte di mandorla e rapinati da massaggiatrice hot: arrestata

La massaggiatrice offriva ai suoi clienti un delizioso latte di mandorla miscelato con un potente psicofarmaco. Terminata la prestazione sessuale, però, gli uomini si mettevano alla guida e causavano incidenti stradali.


E' successo a Gravina di Catania dove una donna di 54 anni è stata accusata di rapina aggravata plurima e arrestata in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Catania. Una storia che ha dell'incredibile: le indagini, infatti, cominciano a seguito di due incidenti stradali sospetti. Due uomini, infatti, in due momenti differenti, denunciano i loro sinistri stradali; ma qualcosa non convince i carabinieri che collegano i due fatti e scoprono che entrambe le vittime, prima dell'incidente, si sarebbero recate presso un'abitazione per "avvalersi delle prestazioni di una sedicente massaggiatrice".

Latte di mandorla miscelato al benzodiazepine
La donna, secondo quanto riferiscono i Carabinieri, avrebbe accolto i suoi clienti offrendo un bicchiere di latte di mandorla che, però, sarebbe stato miscelato con un potente psicofarmaco il quale avrebbe subito causato uno stato di semi-incoscienza. Terminate le prestazioni sessuali – che secondo i militari venivano retribuite con 50 euro – e approfittando dello stato di amnesia indotto dal farmaco, la donna ne avrebbe approfittato per rubare tutto il denaro contenuto all'interno dei portafogli dei suoi clienti. Oltre il danno, anche la beffa. 

Prestazioni sessuali a 50 euro
I clienti, terminato il "massaggio", in evidente stato confusionale, si mettevano alla guida delle proprie autovetture, ignari di aver ingerito benzodiazepine. Così si sarebbero determinati gli incidenti stradali, poi denunciati alle forze dell'ordine. Gli inquirenti, poi, hanno identificato l'autrice, perquisito l'abitazione e sequestrato il latte di mandorla utilizzato per narcotizzare i clienti scoprendo che risultava contaminato. Gli elementi finora raccolti dai Carabinieri, farebbero ritenere che possano esserci stati altri casi simili, finora non emersi a causa della ritrosia delle vittime a dichiarare il loro coinvolgimento negli incontri "clandestini" con la donna.

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