lunedì 16 novembre 2015
ANCHE L'ITALIA C'E' DI MEZZO AI TRAFFICI DI ARMI
Sembra incredibile, ma in Italia c’è chi di
giorno indossa i panni del fruttivendolo e la notte gioca a fare la guerra. Un
filo rosso che parte da un paesino in provincia d’Imperia e arriva fino a
dentro i palazzi di Agusta Westland - Finmeccanica. Nell’inchiesta realizzata
da Sigfrido Ranucci, un trafficante d’armi svela alcuni dei meccanismi con i
quali le armi arrivano nei paesi africani e in Medio Oriente. Il trafficante
racconta anche dell’addestramento fatto sotto copertura nello Yemen dai
militari italiani, finalizzato a preparare guerriglieri arabi da utilizzare in
funzione anti Isis. Finito l’addestramento, però, nel giro di poche ore i
combattenti sarebbero passati nelle fila dei terroristi. Dall’inchiesta emerge
soprattutto la storia di una struttura clandestina dedita all’arruolamento di
contractor e all’addestramento di milizie. Una struttura formata da un ex
camionista e rappresentante di aspirapolveri, coinvolto in passato in un
traffico d’armi; un fruttivendolo sospettato di essere il punto di riferimento
di Michele Zagaria, il più feroce dei capi del clan dei Casalesi; un colonnello
dell’aeronautica in congedo; ex membri della legione straniera ed ex
carabinieri. Tutti insieme, coordinati da un ex promoter della Mediolanum,
avrebbero partecipato, con vari ruoli, a un progetto di addestramento di
milizie su richiesta di un somalo che ha vissuto a lungo in Italia.
Ufficialmente la finalità dell’addestramento sembra essere quella di formare
milizie anti pirateria da utilizzare nei mari adiacenti il corno d’Africa. Ma è
così? E perché il somalo utilizza una struttura clandestina invece di quelle
ufficiali per realizzare il suo progetto? Sullo sfondo emerge il sospetto e il
rischio che queste milizie possano confluire nelle fila delle organizzazioni
terroristiche. Dall’inchiesta emerge anche che l’ex promoter della Mediolanum
cercherebbe di piazzare in paesi sotto embargo elicotteri prodotti da
Finmeccanica - Agusta, su incarico di Andrea Pardi, cioè del manager della
società Italiana Elicotteri che si è reso protagonista circa un mese fa
dell’incredibile aggressione al nostro inviato Giorgio Mottola. Pardi, per
vendere a paesi in conflitto o sotto embargo, si sarebbe fatto aiutare da
politici insospettabili.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento