mercoledì 18 novembre 2015

Attentati a Parigi, treni carichi di carri armati in giro per l’Italia

Attentati a Parigi, treni carichi di carri armati in giro per l’Italia

Attentati a Parigi, treni carichi di carri armati in giro per l’Italia

Carri armati in movimento in tutta Italia? Su Facebook stanno circolando molte foto di treni carichi di carri armatida varie zone d’Italia. Il collegamento con le ultime vicende di Parigi e i bombardamenti francesi in Siria è immediata dando vita ad una ondata di post, commenti e condivisioni.
Stiamo parlando di carri armati Ariete, mezzo da combattimento standard in dotazione alle forze dell’Esercito Italiano. Molto probabilmente, in una situazione normale questi convogli non avrebbero fatto tanto rumore, ma date le circostanze post strage di Parigi. La vicenda diventa sempre più misteriosa e sono già due le spiegazioni che circolano.
La prima tende a stemperare inutili allarmismi, infatti, questi trasporti “eccezionali” sono molto più frequenti di quanto si possa pensare. I carri armati vengono, generalmente, spostati in caso di esercitazioni o trasferimento tra caserme ma, vista l’aria di tensione che sta attraversando l’Europa è meglio tenere gli occhi aperti. Pare che il convoglio sia partito dal sud Italia (infatti uno dei primi avvistamenti è stato fatto alla stazione di Lamezia Terme, in Calabria) poi sia passato per la stazione di Roma Termini per essere poi avvistato nelle stazioni di Orte (VT), Falconara (AN), Senigallia (AN), Bologna e Padova. Secondo questa versione i carri armati erano diretti a Capo Teulada, in Sardegna. Ma allora perché attraversare la linea Adriatica?
Secondo un’altra versione, che desterebbe molta più preoccupazione, i carri armati sarebbero diretti verso la Francia, a seguito di una presunta richiesta del presidente Hollande di forze militari UE. Se confermato, questo scenario sarebbe davvero molto preoccupante per i destini dell’Europa e del Mondo intero.
In ogni caso, la reazione emozionale nel vedere treni carichi di carri armati passare da parte di tutti coloro che li hanno visti è stata molto forte. E’ facile il nesso con gli attentati di Parigi e credere che sia cominciato un movimento di truppe e di mezzi pesanti nella prospettiva di una imminente operazione di guerra. E’ di pochi giorni fa, infatti, la dichiarazione del presidente francese Hollande , che ha definito gli attentati di venerdi scorso “un atto di guerra” e della sua richiesta di attivare, a seguito degli attentati di Parigi, l’articolo 42.7 del Trattato di Lisbona sul funzionamento dell’Ue. L’articolo in questione prevede il sostegno militare degli altri Stati membri in caso di aggressione.
Fantapolitica? Forse, ma è un fatto che si stanno ripetendo episodi sconcertanti, come i convogli ferroviari carichi di carri armati di ieri in giro per l’Italia e il recenteallineamento di navi militari di fronte la costa calabrese. In tutti i casi emerge il silenzio dei media, degli organi militari delle autorità locali; probabilmente, e non si hanno motivi di dubitare, si tratta di ordinaria amministrazione, ma la coincidenza di questa “iperattività” militare nel nostro Paese con lo spirare di venti di guerra sempre più forti è inquietante.

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